Alberta Tiburzi
Una vita dedicata alla moda quella di Alberta Tiburzi, modella e fotografa, molto conosciuta e apprezzata anche negli Stati Uniti. Nasce a Roma, dove muove i primi passi nell’affascinante mondo patinato come modella, negli anni ’60. Posa per diversi importanti fotografi e appare sulle maggiori riviste di moda dell’epoca, grazie anche alla sua fisicità e all’allure perfetta per mettere in risalto le tendenze di quegli anni. Dopo aver attirato l’attenzione di Consuelo Crespi, corrispondente a Roma per la prestigiosa rivista Vogue America, firma un contratto con la testata, che la porta a New York. Qui conosce un grande successo come modella, conquistando importanti copertine, posando, tra gli altri, per Helmut Newton e Richard Avedon, e viene anche scritturata per una parte nel film The Fall, diretto da Peter Whitehead nel 1969. Grazie alla stimolante atmosfera artistica della metropoli americana, e alla conoscenza di altri grandi fotografi come Irving Penn e Norman Parkinson, matura uno spiccato interesse per le arti visive.
Decisivo l’incontro con il celebre fotografo Hiro, che la sceglie come modella per la rivista dove lui lavorava, la prestigiosa Harper’s Bazaar. È proprio lui che durante uno shooting a Tobago la incoraggia a passare dall’altro lato della macchina fotografica: ha così inizio la seconda parte della carriera di Alberta Tiburzi che al suo ritorno in Italia pubblica i suoi primi scatti sul famoso settimanale L’Espresso e su L’Uomo Vogue, tra cui anche un ritratto del grande attore Dustin Hoffman. Il 1975 è l’anno che sancisce il suo definitivo passaggio a fotografa di moda professionista. Si impone subito grazie al suo stile particolare e alla sua forte personalità. Ammiratrice del lavoro di Guy Bourdin, al quale rende omaggio con lavori che ne riprendono la spiccata attitudine al cromatismo acceso e la preferenza per le ambientazioni esterne. Sua riconosciuta peculiarità è anche l’uso sapiente della luce, utilizzata spesso in modo indiretto, grazie all’ausilio di specchi e superfici riflettenti, per conferire alle immagini contrasti intensi, dai tagli netti e decisi: questo le ha fatto guadagnare il soprannome con cui è conosciuta, ovvero Signora della luce.
Tra le riviste con cui ha collaborato nel tempo figurano Anna, Amica, Lui, Il Venerdì di Repubblica, le versioni italiane di Vogue e Harper’s Bazaar, e altre riviste di genere specificamente fotografico.
Nei suoi servizi, spazi aperti e geometrie architettoniche offrono uno scenario armonico e fuso con la presenza delle figure umane. Ha una preferenza nel fotografare corpi e volti femminili, grazie alla versatile potenza espressiva, all’eleganza e fascino nel nudo.
È autrice di servizi per collezioni di Valentino, Roberto Capucci, Pino Lancetti ed altri; ha ritratto celebri personaggi dello spettacolo internazionale, come Loredana Berté, Ornella Vanoni, Jack Nicholson, Andy Wharol.