Caritas, Francesco Montenegro
Arcivescovo di Agrigento
Presidente della Commissione episcopale per il Servizio della Carità e la Salute
Presidente della Consulta ecclesiale degli Organismi Socio-assistenziali e presidente di Caritas Italiana
Se Papa Francesco arriva dall’altra parte del mondo, lui arriva dall’altra parte d’Italia. Quanto meno, da una parte estrema: geograficamente, socialmente, storicamente. Francesco Montenegro, nato a Messina il 22 maggio 1946, ha ricevuto l’ordinazione presbiterale l’8 agosto 1969. Dal febbraio 2008 è arcivescovo di Agrigento e dunque pastore di Lampedusa, uno dei crocevia più esposti ai drammi del nostro tempo. Incarna alla perfezione lo “spirito della periferia” che papa Francesco sta cercando di far spirare e respirare nella Chiesa, perché sia “Chiesa in uscita” che ama servendo e serve amando, Chiesa estroversa, capace di leggere quella trama d’amore che Dio tesse ogni giorno nel mondo. Con fede e speranza il Cardinale sottolinea spesso che Lampedusa è un pezzo di mondo dove la povertà e la solidarietà si abbracciano. Questo vuol dire che un nuovo mondo è possibile: un mondo in cui il diverso non è un nemico da allontanare, ma un fratello da avvicinare e accompagnare. Se a Lampedusa si può sperimentare tutto questo, un po’ alla volta lo si potrà fare anche in altri luoghi. È cardinale dal 14 febbraio 2015. Nel maggio 2015 l’Assemblea Generale della Cei lo ha eletto presidente della Commissione episcopale per il Servizio della Carità e la Salute e, in quanto tale, presidente della Consulta ecclesiale degli Organismi Socio-assistenziali e di Caritas Italiana.
La Caritas Italiana è l’organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) per la promozione della carità. Ha lo scopo cioè di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto). È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II. Fondamentale il collegamento e confronto con le 220 Caritas diocesane, impegnate sul territorio nell’animazione della comunità ecclesiale e civile, e nella promozione di strumenti pastorali e servizi: Centri di ascolto, Osservatori delle povertà e delle risorse, Caritas parrocchiali, Centri di accoglienza, ecc.
Il 21 aprile 2016, Papa Francesco, ricevendo in Udienza Caritas Italiana, direttori e collaboratori delle Caritas diocesane, ne ha attualizzato le sfide e gli orientamenti pastorali: “Ecco l’obiettivo principale del vostro essere e del vostro agire: essere stimolo e anima perché la comunità tutta cresca nella carità e sappia trovare strade sempre nuove per farsi vicina ai più poveri, capace di leggere e affrontare le situazioni che opprimono milioni di fratelli in Italia, in Europa, nel mondo”. Capace, come ha ribadito il cardinal Montenegro, di “testimoniare una misericordia che rigenera, dona, e, dove occorre, fa saltare gli ingranaggi iniqui”.