Vincenzo Boccia
Nato a Salerno nel 1964, laureato in Economia e Commercio, sposato con Gabriella, padre di Sara e Federica, Vincenzo Boccia ha da sempre assecondato le sue passioni, impresa e associazionismo, diventando presto amministratore delegato dell’azienda di famiglia Arti Grafiche Boccia e, a 52 anni, presidente di Confindustria dopo un intenso percorso di preparazione.
In azienda, dov’è affiancato dal fratello Maurizio, riceve il testimone dal padre Orazio, che più di cinquant’anni fa impianta una tipografia diventata ogni anno più grande e competitiva grazie a una forte propensione a innovare. Oggi le Arti Grafiche realizzano un terzo del fatturato all’estero con uffici in Francia, Germania, Danimarca, Libano e aderiscono dal 2005 al Global Compact delle Nazioni Unite.
La ricerca di macchine e soluzioni in grado di soddisfare le mutevoli condizioni del mercato è alla base di un successo non scontato in un ambito tradizionale dell’industria, che richiede forti investimenti e alta produttività per superare una concorrenza sempre più agguerrita. Enzo, come lo chiamano gli amici, muove i primi passi in azienda fin da giovanissimo: da quando, ancora studente, osservava il padre Orazio discutere con scrittori, giornalisti, politici per la realizzazione di un libro, un giornale, uno stampato elettorale. Si affascinava alla magia dei colori che prendevano forma grafica, respirava inchiostro, imparava a trattare coi collaboratori.
Alla formazione sul campo e a quella universitaria il futuro presidente di Confindustria accompagna l’impegno associativo nel quale ha sempre creduto come alta forma di confronto e partecipazione. S’iscrive al Gruppo Giovani Imprenditori e nel 2000 ne diventa vice presidente nazionale. Dal 2003 al 2007 guida Confindustria Assafrica&Mediterraneo; in Assografici è componente di Giunta e del Consiglio direttivo. Dal 2009 al 2013 è Presidente della Piccola industria, la componente del sistema che più da vicino segue lo sviluppo e la crescita delle pmi, acquisendo di diritto anche la carica di vice presidente di Confindustria dove, fino a maggio 2016, guida anche il Comitato tecnico Credito e Finanza. Una robusta gavetta e un lungo cammino conducono quindi Vincenzo Boccia nel maggio del 2016 alla presidenza di Confindustria che, secondo le sue convinzioni, deve essere un protagonista del cambiamento del Paese funzionando da ponte tra le esigenze delle imprese e quelle della società. Con il governo si apre una stagione di dialogo basato sul principio della corresponsabilità. Tra le sfide più affascinanti il Patto della Fabbrica per rendere le aziende italiane più forti e competitive nella consapevolezza che solo innovando e coltivando il coraggio dell’investimento sia possibile fare dell’Italia, secondo paese industriale d’Europa e settimo nel mondo, una formidabile piattaforma produttiva per i mercati di nicchia del futuro.
Sostenitore del ruolo sociale delle imprese, che devono essere protagoniste dello sviluppo e della vita delle comunità in cui sono inserite, Boccia è convinto che l’imperativo categorico di creare ricchezza non debba essere fine a se stesso ma debba servire a creare una società più equa, con meno diseguaglianze, dove il nemico da combattere sia la povertà.