Marica Branchesi
Professoressa al Gran Sasso Science Institute, L’aquila
Marica Branchesi è un’astrofisica marchigiana nata ad Urbino. La rivista scientifica Nature la considera una delle personalità scientifiche più importanti del 2017 e per il Time è una delle 100 persone più influenti al mondo nel 2018. Oggi è ricercatrice nella prestigiosa Scuola Universitaria Superiore Gran Sasso Science Institute – GSSI dell’Aquila, la città che ha scelto per lavorare e vivere con il suo compagno, il fisico Jan Harms, e i figli. E’ presidente della Commissione di astrofisica delle onde gravitazionali della International Astronomical Union, membro del Comitato internazionale per le onde gravitazionali, ricercatrice associata all’Istituto nazionale di fisica nucleare e all’Istituto nazionale di astrofisica. La sua formazione scientifica ha avuto inizio alla fine degli anni Novanta a Bologna; lì si è laureata e ha conseguito un dottorato in Astronomia sotto la direzione dei Professoressi Isabella Gioia, Carla Giovannini Fanti e Roberto Fanti concentrando i suoi studi su buchi neri e gli ammassi di galassie. Si è trasferita all’Università di Urbino del 2009 e in questo periodo si avvicina alla frontiera dell’astronomia osservativa, l’osservazione delle onde gravitazionali con gli interferometri LIGO – negli Stati Uniti – e Virgo, che si trova a Cascina, vicino a Pisa, ed è gestito dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Ha continuato le sue ricerche negli Stati Uniti, al California Institute of Technology (CALTECH). Nel 2012 ha vinto un FIRB (Fondo per gli Investimenti della Ricerca di Base), un progetto del MIUR che le ha permesso di tornare in Italiae creare un suo gruppo di lavoro. Marica Branchesi è riuscita a far dialogare astronomi e fisici del mondo, favorendo così la nascita dell’astronomia multimessaggera, per questo Nature l’ha definita merger maker. Tutto ha avuto inizio il 14 settembre 2015, quando è stata rilevata per la prima volta un’onda gravitazionale. Per quell’evento straordinario e i successivi, Marica ha coordinato i ricercatori, si è attivata per far sì che tutto fosse predisposto per captare la luce oltre al suono delle onde gravitazionali previste da Einstein cento anni fa. Tuttavia, la rivelazione della coalescenza di buchi neri non ha fornito alcuna luce. Il 17 agosto 2017, però è arrivato un segnale diverso da una galassia distante 130 milioni di anni luce, NGC4993, due stelle di neutroni si sono fuse. Marica è tornata a coordinare i numerosi scienziati, e stavolta si è osservata per la prima volta la luce. Per quasi un mese, lavorando con il gruppo GRAWITA dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, Marica ha studiato la luce che ha mostrato la formazione degli elementi pesanti nell’Universo.