TEATRO DELL’OPERA DI ROMA
Piazza Beniamino Gigli – 00168 Roma
Tel. 06 481601
www.operaroma.it
Originale e innovativo è stato il percorso che ha segnato il Teatro dell’Opera di Roma, dalla sua nascita al prestigio che l’ha accompagnato fino ai giorni nostri. Una storia che inizia negli anni di grande fermento che hanno portato Roma, divenuta Capitale d’Italia nel 1871, al centro di importanti trasformazioni sociali, artistiche e culturali.
La visione borghese si fa largo, letteralmente, tra le strade della giovane Capitale attraverso iniziative e progetti di una nuova classe sociale che vuole aprirsi al mondo e mostrare tutta la sua energia, in chiara discontinuità con il vecchio mondo aristocratico legato alla Chiesa.
In questo clima si plasma il sogno di un imprenditore edile, Domenico Costanzi, di creare un Teatro Lirico a Roma con una vocazione moderna, internazionale, che possa conquistare il nuovo pubblico borghese grazie a una programmazione sensibile alla sperimentazione attraverso l’apertura a nuovi linguaggi e il dialogo con le altre arti.
Frutto della tenace ambizione del suo fondatore, da cui il nome che ancora oggi porta, l’edificazione del Costanzi viene commissionata nel 1879 ad Achille Sfondrini. Il risultato del progetto privilegia l’impianto sonoro grazie a una struttura a ferro di cavallo, sormontata da una splendida cupola affrescata da Annibale Brugnoli: finalmente la Capitale ha la sua “casa” per l’opera. L’obiettivo è convincere un pubblico nuovo ad abitarla.
Terminato in soli diciotto mesi, il Teatro Costanzi viene inaugurato il 27 novembre 1880 con Semiramide di Gioachino Rossini, alla presenza del re Umberto I e della regina Margherita.
E allo stesso Costanzi rimane la gestione diretta del Teatro, orfano di una guida pubblica dello Stato, che rifiuta di prendere in carico il nuovo Teatro.
Questo “vuoto” diventa il punto di forza e la caratterizzazione del Teatro lirico capitolino che cercherà la propria specifica identità rispetto agli altri teatri in un dialogo indipendente e fecondo con le diverse forme artistiche. Sarà merito dei Costanzi, padre e figlio, portare sul palcoscenico del teatro della Capitale prime assolute di opere divenute poi capisaldi del repertorio operistico universale: due titoli su tutti, Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni e Tosca di Giacomo Puccini.
I primi decenni del Novecento, sotto la guida lungimirante di Emma Carelli, prima cantante e poi direttrice del Teatro, vedono la scena romana protagonista di tante novità. Arrivano le voci più autorevoli del mondo dell’arte e dello spettacolo. Tra gli altri, i leggendari Ballets Russes di Diaghilev e artisti come Pablo Picasso, Giorgio de Chirico, Enrico Prampolini.
Nel 1926 intanto il Comune di Roma acquista il Costanzi che diviene “Teatro Reale dell’Opera”. Il passaggio merita una ristrutturazione, affidata all’architetto Marcello Piacentini, che sposta l’ingresso del Teatro sulla piazza, che sarà poi intitolata a Beniamino Gigli, per dare maggiore spazio al numeroso pubblico che ne affolla i portici durante le rappresentazioni.
Gli interni vengono impreziositi con nuove decorazioni. Su tutte svetta il maestoso lampadario che, con le sue ventisettemila gocce di cristallo, illumina la platea dal 27 febbraio 1928, giorno della seconda inaugurazione con Nerone di Arrigo Boito. Nel 1946 anche il Teatro abbraccia la nuova Repubblica Italiana e diviene “Teatro dell’Opera di Roma”. Sono gli anni delle grandi voci, come quella di Maria Callas. Nel 1958, in previsione delle Olimpiadi del 1960, un ulteriore e definitivo restyling, sempre ad opera di Piacentini.
Gli anni Sessanta si contraddistinguono per un’ulteriore virata nel segno dell’interdisciplinarità. Dal mondo dell’arte Renato Guttuso, Alexander Calder, Alberto Burri, da quello del cinema Luchino Visconti e Franco Zeffirelli, da quello della moda Armani e Valentino, fino alle recenti incursioni di altri grandi artisti internazionali come Bob Wilson, Terry Gilliam, William Kentridge, Sofia Coppola, tenendo viva una tradizione votata alla sperimentazione.
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