Studio di Architettura
Bertolini e Galli
Via Scirello, n. 13
21020 – Luvinate – VA
Telefono: 0332 212 339
Descrizione
Alberto Bertolini e Alessandra Galli, laureati al Politecnico di Milano con G. Grassi nel ’93 e con studio a Luvinate (Va), progettano e realizzano edifici pubblici e privati: case, alberghi, bar e ristoranti, edifici scolastici, residenze sanitarie, strutture sportive e di arredo urbano. I loro progetti sono stati pubblicati su diverse riviste del settore.
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“Costruire è un modo di collaborare con la terra, imprimere un segno dell’uomo su un paesaggio che ne resterà modificato per sempre”. Così scriveva Margerite Yourcenar nel suo “Memorie di Adriano”. E questa è la visione condivisa dagli architetti Alberto Bertolini e Alessandra Galli. La loro architettura spazia dalle opere private a quelle pubbliche, partecipano a concorsi nazionali e internazionali con progetti che indaganosoprattutto i caratteri storici e morfologici dei luoghi come il riassetto di Piazza Verdi e del Popolo a Como, 2001; la nuova sede dell’Aler a Varese, 2004; l’Europan 8, sito di Aulla (Ms), 2005; il riassetto del centro storico di Cermenate, 2007. Tra le principali realizzazioni annoverano la nuova Scuola Materna e il parco pubblico a Bernareggio (Mi) 1996-2003, l’Ampliamento del Centro Sim-patia a Valmorea (Co) 2002-2006, La ristrutturazione Hotel Chesa Colani a Madulain in Engadina (2011-2013)e diversi edifici residenziali nelle province di Varese, Pavia e Milano, alcuni dei quali ancora in corso . Per gli architetti Bertolini e Galli, il processo creativo prende il via da una profonda indagine conoscitiva che ha per oggetto il tema e i diversi aspetti del luogo del progetto. Le informazioni utili su aspetti geologici, orografici, metereologici del sito, su aspetti legati alla migliore tecnologia e ai materiali da utilizzare nel progetto, vincolano e portano a una determinata soluzione, che induce a trovare una forma anziché partire da quella. La curiosità di voler trovare delle tracce, degli indizi per costringere il progetto in una direzione ben precisa, permette agli architetti di superare eventuali “impasse” e di andare oltre una visione soggettiva delle cose. Tutto ciò per arrivare a concepire qualcosa che esprima dei valori possibilmente oggettivi e condivisibili, che affondi le radici nei luoghi in cui si deve intervenire. Qualcosa che continui a esprimere rispettosamente il carattere del luogo una volta trasformato dal progetto, cercando in tutti i modi di tessere una sorta di “trama di continuità” con gli esempi migliori che si possono trovare, con la migliore tradizione dell’architettura e della cultura dei luoghi.