Studio Purini -Thermes
Roma
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L’ edificio della società Engie, che si occupa di energia, destinato a uffici, occupa un’area rettangolare di 21,80 x 29,60 m. Esso sorge nell’Europarco castellaccio, situato in adiacenza all’Eur, accanto alla Torre Eurosky. L’edificio è strutturato in cinque moduli secondo il passo, in asse, di 5,60 m, corrispondenti a una luce libera tra i pilastri di 5,20 m. A questo rettangolo va aggiunta la scala di sicurezza ospitata in una campata che è la metà di quelle che strutturano il manufatto, ovvero della larghezza di larga 2,60 m. L’edificio si sviluppa per undici piani, un piano terra più dieci piani, raggiungendo un’altezza complessiva di 35,20 m. Oltre questa quota è previsto un piano per gli impianti, alto 4,27 m. e un piano tecnico con il quale si raggiunge complessivamente la quota di 39,55 m. Al piano terra è previsto, a un’estremità del volume, un atrio che consente sia di accedere al nodo scale e agli ascensori, sia di raggiungere gli uffici, distribuiti da un corridoio centrale. L’atrio è alto tre piani. Conseguentemente, il secondo ed il terzo livello sono equivalenti. Nel quarto piano scompare il vuoto dell’atrio, la cui superficie è occupata da un ufficio e la stessa pianta si ripete negli altri piani. Le unità-ufficio sono di 42,48mq. Esse possono essere unite per dar luogo a unità funzionali più grandi. L’atrio sviluppato in altezza introduce nell’edificio non solo una componente di notevole rappresentatività, ma si configura soprattutto come un luogo di socializzazione, un ambiente accogliente che consente a chi lavora negli uffici di incontrarsi in uno spazio architettonicamente significativo, nel quale la luce gioca un ruolo importante. Le facciate corrispondenti agli uffici hanno una struttura seriale ottenuta reiterando una coppia di bucature rettangolari per campata. Il risultato è una superficie fortemente ordinata che comunica in termini semanticamente espliciti e diretti la logica ripetitiva, ma al contempo armonica, del lavoro organizzato. Alla sommità dell’edificio un taglio nel volume interessa la convergenza di due facciate, provocando l’assenza virtuale di un corpo piramidale a base triangolare. La mancanza plastica che ne risulta costituisce un motivo di riconoscibilità architettonica. Tale taglio è poi ricomposto da una trave che ricostituisce virtualmente lo spigolo mancante. La semplice operazione di geometria primaria fatta sul volume è in grado di fare dell’ edificio un vero e proprio landmark in quanto conferisce ad esso, tramite un dettaglio inconsueto, un aspetto scultoreo che rinvia alla minimal art. Il manufatto è costruito in cemento armato con elementi parzialmente prefabbricati. Le pareti esterne sono rivestite con lastre di pietra d’Istria montate su una struttura in metallo costituendosi, così, come una facciata ventilata.