Gravina in Puglia
Gravina in Puglia, 45.000 anime nel cuore della murgia barese. Una terra stretta nell’abbraccio del Parco Nazionale dell’Alta Murgia e del Sic Difesa Grande. “Grana dat et vina”, emblema di una cultura contadina che spicca sullo scudo sannitico, stemma della città.
Qui l’aria è pregna dei profumi delle erbe selvatiche e delle querce secolari, mentre il torrente Gravina attraversa l’omonimo crepaccio, corollato da un paesaggio rupestre che toglie il fiato, attraversato dal ponte acquedotto, tra i simboli più belli della “urbs opulenta” così come Gravina venne descritta da Federico II di Svevia.
Qui il principe tedesco fece costruire il suo maniero del quale restano ancora le tracce, così come si conservano le orme degli insediamenti della prima età del Ferro, dei Peucezi, dei Dauni, dei Messapi e dei Romani che la chiamarono Silvium, rendendola ben presto un importante snodo commerciale lungo la via Appia.
Restano intatte le tantissime chiese rupestri, gli antichi rioni Pagus e Vicus nel centro storico che si apre nelle piazze e si richiude nelle viuzze delle piccole abitazioni e delle maestose case padronali. Il grande passato d’una comunità sempre viva è scolpito nelle pagine vergate da tanti storici ed amanti della cultura, su tutti Domenico Nardone, che raccontano di principi e papi, come Benedetto XIII in odore di santificazione. Ma nelle mani ispessite dal duro lavoro, sono cresciuti i frutti che imbandiscono le tavole di tutta l’Italia. Una corbe piena di prodotti tipici lavorati artigianalmente e portati sul banco di mercati regionali e nazionali.
E’ il caso del Pallone di Gravina, presidio Slow Food, ormai nell’olimpo dei formaggi grazie ad un’intensa campagna di promozione rilanciata dalle sagre ai quotidiani nazionali.
Altro simbolo del territorio murgiano è sicuramente il fungo cardoncello celebrato con la “Festa del Fungo Cardoncello”, entrata a far parte del circuito Gal delle sagre dell’omonimo fungo, sostenuta qui dal Comune di Gravina in Puglia. Ad irrorare le gole dei cantori di questa terra fertile e ben lavorata è un vino DOC bianco e frizzante. Il suo nome popolare ne richiama il colore verdastro.
La “Verdeca” o il “Gravina” viene prodotto soltanto entro i confini della Città Metropolitana di Bari. Così come segna un primato la Fiera Regionale “San Giorgio”, la più antica d’Italia e tra le più antiche d’Europa, rinata a nuova vita negli ultimi anni grazie all’impegno dell’amministrazione comunale, testimone della vocazione agricola e commerciale di Gravina.
Una campionaria che dal 1200 è punto di riferimento per agricoltori e allevatori e che di recente si è aperta come un frutto maturo alle molteplici esigenze del mercato. Una necessità, quella di implementarla ed ingrandirla, perché molteplici sono le eccellenze del territorio.
Per questo Palazzo di Città nel 2015 ha istituito la denominazione De.C.O. (Denominazione di origine comunale) grazie alla quale un’apposita commissione si occupa di soppesare qualità e lavorazione dei prodotti autoctoni di eccellenza.
(Foto Carlo Centonze; Foto di Angelo De Leonardis © IL GRILLO EDITORE Soc. Coop.; Murgiamadre, Antonio Cucco Fiore)