Morimondo
Il 4 ottobre 1134 dodici monaci provenienti dal monastero cistercense di Morimondo nell’Alta Marna in Francia, si insediano in questa parte del territorio poco distante dalla sponda sinistra del fiume Ticino; i lavori di costruzione della chiesa abbaziale iniziarono nel 1182 e si conclusero nel 1296. Nella notte del 3 dicembre 1237 i lavori furono interrotti da un terribile saccheggio ad opera delle truppe pavesi.
Fondamentale è l’opera svolta dai monaci nella bonifica del territorio allora paludoso e nella regimazione delle acque; nel XIII secolo, periodo di massimo espansione economica, si contavano numerose grange (le moderne aziende agricole) autosufficienti dal punto di vista alimentare, oratori e mulini dislocati su un territorio di circa 3.200 ettari.
Il monastero contava 50 monaci coristi e 200 conversi addetti ai lavori manuali e nei campi. Un segno eloquente della ricchezza di vocazioni a Morimondo, é testimoniato dalla fiorente attività dello scriptorium.
Quarta fondazione italiana e prima in Lombardia, la chiesa abbaziale di Morimondo si scosta da tutte le altre edificazioni cistercensi del XII secolo; la principale differenza consiste essenzialmente in un maggior slancio dato dalle navate con volte a ogiva secondo il nascente stile gotico.
Già dall’esterno la chiesa di Morimondo si caratterizza per il suo stile tipicamente cistercense con contorni netti e geometrici, particolarmente accentuati nella forma rettangolare dell’abside che permettono di individuare la distribuzione delle navate, la pianta a croce latina e nel transetto la presenza di due cappelle per braccio. All’incrocio del transetto con la navata centrale s’innalza un tiburio ottagonale.
La facciata “a vento” è sporgente nella parte alta al di sopra del tetto con caratteristiche finestre aperte verso il cielo.
L’interno presenta la particolare essenzialità cistercense, totale mancanza di decorazioni, armonia delle proporzioni ed eleganza nelle opere murarie nonostante la povertà dei materiali. L’architettura denuncia un’influenza gotica nell’elevazione, nell’uso della volta a crociera e dell’arco a sesto acuto, sebbene la presenza di archi a tutto sesto e di possenti colonne documentino il persistere di un legame con la tradizione romanica.
Le navate sono divise da colonne di diversa forma sopra le quali si ergono colonnette poggianti su capitelli di pietra chiara lavorati in vari modi.
La parte absidale, non più corrispondente al disegno originario, è stata sopraelevata per volere di San Carlo, poco dopo la visita pastorale del 1573, e ulteriormente decorata nel Settecento con il rifacimento dell’altare marmoreo.
Nel comune è presente una Abbazia cistercenze del XII secolo. Nel monastero sono ancora presenti: l’armarium, la sala capitolare, il locutorium, la sala dei monaci, il calefactorium, il refettorio, il loggiato, la cucina, i locali dei conversi, lo scriptorium, il dormitorio.
Dopo un lungo periodo di degrado, il Comune di Morimondo nel 1982 acquista da un privato il complesso del Monastero e inizia un lungo lavoro di valorizzazione che ha permesso – ad un Comune di 1.200 abitanti – di recuperare la maggior parte degli ambienti e di renderli fruibili.
Ancora oggi il Comune è impegnato nelle opere di restauro dell’intero complesso tra cui la porta principale di accesso al monastero.