Tremezzina
Il Comune di Tremezzina, attraversato dalla Greenway del Lago di Como, è storicamente caratterizzato da una forte identità culturale e da un’antica e condivisa vocazione turistica. La ridente posizione ha favorito in passato lo sviluppo di coltivazioni di agrumi e ulivi e il territorio conserva un ricco patrimonio storico e architettonico che comprende testimonianze archeologiche di epoca romana e medievale, chiese romaniche, numerose ville e alcuni interessanti architetture razionaliste. Gli edifici più significativi sono il
complesso archeologico dell’Isola Comacina, il Sacro Monte di Ossuccio, inserito nel 2003 nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco, Villa del Balbianello e Villa Carlotta. Il territorio dell’Isola Comacina conserva interessanti testimonianze archeologiche: quali i resti della basilica romanica di Sant’Eufemia, di un’aula battesimale biabsidata di epoca paleocristiana e delle chiese di S. Maria col Portico, S. Pietro in Castello e SS. Faustino e Giovita. Completano il percorso artistico tre case per artisti in stile razionalista, costruite su progetto dell’architetto Pietro Lingeri per ospitare una colonia per artisti italiani e belgi sotto l’egida dell’Accademia di Brera. Numerosi reperti provenienti dalle campagne di scavo sull’isola sono conservati nell’Antiquarium ubicato sulla terraferma.
Il Santuario della Beata Vergine del Soccorso, decorato da pregevoli stucchi e affreschi, è tradizionalmente legato alla devozione per un’antica statua della Madonna con il Bambino e fu costruito nel corso del Seicento ampliando un precedente edificio. Il complesso del Sacro Monte comprende inoltre quattordici cappelle in cui si conservano duecentotrenta statue in stucco e in terracotta e affreschi che illustrano i Misteri del Rosario.
Villa del Balbianello, di proprietà del Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI), sorge in una delle posizioni più suggestive di tutto il Lago di Como e fu eretta per volere del Cardinal Angelo Maria Durini alla fine del XVlll secolo riutilizzando le strutture di un antico convento. Il complesso comprende un incantevole giardino al centro del quale vi è una leggiadra loggia affacciata su due insenature. Gli ambienti della villa conservano l’allestimento voluto dall’ultimo proprietario, Guido Monzino, e cimeli delle sue spedizioni al Polo Nord e all’Everest.
Villa Carlotta, nota per la straordinana fioritura primaverile di rododendri e azalee e per la pregevole collezione di arte neoclassica, fu edificata alla fine del XVII secolo per volontà del marchese Giorgio II Clerici. Nel 1801 la proprietà fu ceduta a Gian Battista Sommariva, che la arredò con preziose opere di Canova, Thorvaldsen e Hayez, e nel 1843 fu acquistata dalla principessa Marianna di Nassau e donato alla figlia Carlotta, cui si deve l’attuale denominazione della villa, in occasione delle nozze con il granduca Giorgio di Sassonia-Meiningen, autore dell’ampliamento del parco con l’inserimento di rododendn, azalee, camelie, felci e palme. Negli ultimi anni il Comune ha realizzato significativi interventi di recupero e ha promosso una strategia di valorizzazione articolata in due interventi: la Greenway, un itinerario di mobilità dolce che si snoda lungo la sponda attraverso i borghi rivieraschi toccando alcune significative emergenze culturali e storiche, e Artway, un innovativo sistema di videoguide finalizzato a valorizzare alcuni dei principali monumenti (Villa Carlotta, Villa del Balbianello, l’Isola Comacina, importante sito di interesse archeologico e artistico, il sito Unesco del Sacro Monte di Ossuccio).