Valdobbiadene
Duplavilis: così la nomina Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum, citandola come paese natale di San Venazio Fortunato, vescovo di Tours. Valle compresa tra due rami del fiume Piave che lambisce a sud la Valle connotando una sorta di naturale antologia dei paesaggi che la generosa natura ha condensato in questo lembo di terra: dal fiume alla campagna, dalla collina alla montagna, in una sequenza storico-geologica; luoghi ora tutelati come paesaggi agricoli storici.
Fiume che ha visto transitare per secoli merci e viaggiatori a bordo di zattere, dal Bellunese alla Serenissima Repubblica di Venezia; luogo di transito e di scambio.
Il fiume come risorsa per il pascolo invernale e primaverile, la pesca, la raccolta di legna e ghiaia; la campagna come luogo di colture dedicate dove ha attecchito, dalla seconda metà del Cinquecento, una varietà di mais ora tutelata quale presidio Slow Food: il mais biancoperla. Alla coltura cerealicola si è sempre associata la vite che ha poi colonizzato le colline dal Tardo Medioevo facendo di Valdobbiadene un luogo di produzione di eccellenza di vini bianchi che avevano in Treviso e Venezia il loro luogo naturale di smercio e consumo. In questa terra di trovano le radici della fortunata stagione, del Prosecco Superiore che qui attecchisce e trionfa a partire dalla fine dell’800.
A questo catalogo paesaggistico e socio economico ha corrisposto per secoli, e corrisponde, un ricco patrimonio gastronomico che ha sì nel Prosecco Superiore il punto di eccellenza, ma che comprende una serie di prodotti, dai formaggi ai salumi, di eccelsa qualità perché derivati da maiali allevati in monte con i prodotti secondari dell’industria casearia, dalle castagne ai piatti tipici: lo spiedo è stato ed è il cibo della festa, della convivialità, della tradizione che non è difesa in nome del passato ma come elemento fondante del futuro. La fortunata stagione del Prosecco Superiore, impegna ed impegnerà queste comunità a tutelare la propria identità fondata sulla diversità, sul patrimonio paesaggistico.
Dal fiume Piave al monte Cesen attraverso le colline vitate: varietà microclimatiche che da sempre hanno favorito lo sviluppo di un’economia agricola differenziata nel tempo (le stagioni) e nello spazio (le diverse altitudini). Queste tipicità, che soprattutto negli ultimi 30 anni potrebbe essere disconosciuta, a causa dell’espansione della produzione di prosecco, a Valdobbiadene vuole essere riscoperta e valorizzata, proseguendo in azioni intraprese. Sono infatti nate, negli ultimi anni, 20 aziende alimentari di “piccole produzioni locali”, pari al 10 per cento delle ppl del Veneto, con produzioni di insaccati, carni fresche, ortaggi, conserve, marmellate e miele.
Interventi di recupero delle malghe di montagna hanno favorito il ritorno all’alpeggio, alla gestione dei pascoli e alla produzione lattiero casearia con i formaggi del Monte Cesen, riconosciuti tra i migliori della Regione.
In località Pianezze, a circa 1100 metri di quota, è in corso di realizzazione il restauro di una malga storica all’interno della quale trova spazio un piccolo museo della montagna.
È in corso di esecuzione un importante intervento di recupero di Villa dei Cedri, con il quale sarà creato un museo del paesaggio: il paesaggio storico intimamente legato all’acqua, il paesaggio attuale delle colline vitate, il paesaggio futuro che possiamo immaginare e sul quale dobbiamo riflettere anche attraverso la candidatura a Patrimonio dell’Umanità delle nostre colline.