Vernole
Vernole ha una storia lunga 4000 anni, dove protagonista è il territorio e le sue genti. Una storia che non ha soluzione di continuità, una storia scritta nella pietra.
Questa storia ha inizio intorno alla metà del III millennio a.C., quando le genti del posto sfruttarono delle piccole cavità naturali, nei pressi dell’odierna Acquarica per seppellire i propri cari.
Un territorio abitato da genti che, consapevoli delle enormi risorse che questo poteva offrire, lo scelsero come luogo abitativo sin dal XVI sec. a.C. A questo periodo fanno riferimento i menhir (o pietrefitte) rinvenuti nel territorio di Vernole.
Le prime attestazioni della civiltà messapica risalgono all’VIII secolo a.C.). Le possenti mura di cinta e la torre di vedetta erano testimonianza di un’incombente minaccia nemica. Ma il territorio di Vernole non aveva ancora esaurito le sue risorse: è probabilmente al I-II sec. d.C. che risale il più antico impianto di un edificio oggi conosciuto come Chiesa di San Lorenzo. Era questa chiesetta (il nome di san Lorenzo compare solo in epoca normanna) che fungeva da stazione di ristoro e di preghiera per i pellegrini, e fu proprio intorno a questa chiesa che sorse il primo fuoco dell’abitato di Vernole. Il Rinascimento è il secolo delle grandi innovazioni, della rinascita ideale delle popolazioni, che fa riscoprire la porta monumentale di Vanze (fine XV sec. d.C.), il Castello di Acquarica (XVI sec. d.C.) e la successiva grandiosa esperienza rinascimentale di Acaya (XVI sec. d.C.).
Il pagliaro (pagghiaru) è la più tipica manifestazione architettonica locale, sorta nel XVII secolo d.C. e ancora oggi ben evidente nelle campagne del territorio. Gli strati di pietre poggiano su uno strato anulare sottostante, restringendosi progressivamente di circonferenza fino a stabilire una apertura minima dove poggia una specie di cupola a forma conica. Per unire le pietre non si usava nessun cemento o malta. Per fissarle bene una all’altra si usava una pietra che aveva la funzione di martello.
Numerosissime sono, inoltre, sul territorio, le presenze di antichi manufatti necessari alla trasformazione dei prodotti agricoli: i frantoi ipogei per la spremitura delle olive, i palmenti per la produzione del vino e i molini per macinare i cereali.
Il Comune di Vernole, un territorio vocato da sempre alla coltivazione dell’olivo, vanta primati di qualità a livello mondiale con i suoi extravergine di oliva: nel XV secolo possedeva 19 frantoi ipogei. Gli aromi e i sapori rispecchiano l’incontaminato ambiente che circonda i terreni olivetati, la pineta e la macchia della Riserva Naturale “Le Cesine”, gli alberi di leccio sparsi in varie zone del Comune, la vegetazione spontanea di cicorie, cardi, malve e carote selvatiche.
Tra le ricchezze del territorio, il mare cristallino con una sabbia fine, che gode dei profumi e dei colori della macchia mediterranea che si amalgamano per creare un panorama mozzafiato.
Il Comune di Vernole (LE) ha vinto il premio “Sistemi di protezione e decorazione nei progetti di riqualificazione energetica degli edifici scolastici” nell’ambito del Cresco Award – Città sostenibili, con il progetto “Recupero funzionale della Scuola Media Eugenio De Carlo. Il progetto ha permesso il recupero funzionale della scuola media di Vernole che era ormai obsoleta. Intercettando un finanziamento statale nell’ambito del Piano Triennale di Edilizia Scolastica 2015/2017 è stato possibile garantire la sicurezza e il miglioramento sismico dell’edificio, l’efficientamento energetico e l’adeguamento normativo.