LAURA MORANDOTTI
Via della Commenda, 33
20122 Milano (MI)
Tel. 0255195860
info@auramorandotti.com
www.auramorandotti.com
li laboratorio di vetrate artistiche di LAURA MORANDOTTI nasce 45 anni fa dalla fantasia della sua creatrice, allora giovanissima, che incapace di restare seduta dietro ad una scrivania, ed affascinata dai colori stupendi di una Sardegna ancora incontaminata, decise di fare l’artista, usando il vetro, con le sue trasparenze, che le avrebbe permesso di esprimere la sua creatività al meglio. Ben presto Laura si accorse che per esercitare una attività libera e svincolata da galleristi, sarebbe dovuta passare attraverso un percorso artigianale. Fu così che iniziò a realizzare, su suo disegno, vetrate di tutti i tipi, seguendo le richieste dei clienti e le esigenze stilistiche dei luoghi cui erano destinate. Iniziarono ad arrivare per il restauro vetrate Liberty autentiche, di cui Milano abbondava. Il rapporto con simpaticissimi vetrai che mi rifornivano di pezzame di vetro originali divenne indispensabile, ed umanamente molto bello. Fu necessario studiare la carta internazionale del restauro del Corpus Vitrearum medi Aevi, di cui divenni membro del comitato scientifico internazionale. Seguii vari convegni oltralpe: le vetrate hanno origine in Germania: fu in un attimo che iniziarono i restauri importanti. Tutto il patrimonio stupendo del Casinò di San Pellegrino terme; vetrate della Cattedrale di Aosta, compresi i due tondi più antichi esistenti in Italia, facenti parte del tesoro della Cattedrale stessa. La Valle D’Aosta, sulla via Francigena è ricchissima di vetrate cinquentesche, così arrivarono gli Antelli di Avise, Roisan, Arpouilles, Gignod, Planaval, Challand, Saint Victor, e del Castello di Issogne. Ogni vetrata presentava problemi molto differenti: il contatto con gli accademici universitari che mi dessero una risposta a quesiti tecnici che mi lasciavano dubbiosa, fu gradevole e molto utile, e tutt’ora continua. Altrettanto con gli storici dell’arte, entusiasti di poter vedere e toccare le opere in restauro, per loro fisicamente irraggiungibili, ha dato un grande impulso al riconoscimento di stili, tecniche ed eventuali interventi postumi, non sempre felici. Eccomi alla Certosa di Pavia: prima per lo smontaggio e la documentazione grafica di sei grandi vetrate, di cui due del Foppa, ed una: San Bernardo: bellissima, di Cristoforo de Mottis; per il loro restauro, avvenuto completamente in laboratorio. Ho sempre eseguito tutti i lavori dall’inizio alla fine: passando settimane, se non mesi o forse anni su trabattelli, ponteggi e cestelli, potendo apprezzare le stupende architetture da una visuale riservata a pochi. Così è ancora in Duomo a Milano, ove ho restaurato In sito parte delle cinque vetrate della facciata, del Bertini, entrambe i transetti: nord e sud, parte delle vetrate della navata nord. Tutto ciò che non poteva essere salvato in sito, è arrivato nella mia seconda casa: la bottega, cresciuta con me negli anni, dotata di forni, tavoli luminosi, lenti, pennelli, ossidi e tutti i materiali a me necessari, per lavorare come desidero, al meglio. Lombardia 257 Non posso omettere i Maestri Comacini, le cui vetrate conservate nei musei civici di Como e nella Pinacoteca, hanno una dolcezza espressiva tutta lombarda, ben diversa dal ciclo di tondi svizzeri ed altri fiamminghi, incontrati nel mio cammino professionale, che è stato vita, energia e gioia di esistere.