ENEL
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Da Roma a Milano in auto elettrica con tanto di ricariche veloci e poi lampioni intelligenti che permettono il pieno di elettricità e piccoli ed eleganti borghi del Belpaese dotati di ogni infrastruttura per la mobilità sostenibile. E ancora centrali elettriche diffuse su tutto il territorio nazionale, da Porto Tolle in Veneto fino a Bari, da Trino in Piemonte fino ad Augusta in Sicilia, pronte a “cambiare mestiere” grazie a un grande progetto di economia circolare per riconvertirle a nuovi utilizzi sostenibili. Sono solo alcuni esempi dell’impegno del Gruppo Enel in Italia, primo fornitore di elettricità e uno dei principali operatori nel settore del gas. Energia a tutto campo prodotta con impianti idroelettrici, geotermici, eolici, solari e termoelettrici, ma anche efficienza energetica, domotica, servizi per la mobilità elettrica e soluzioni per l’illuminazione intelligente. L’obiettivo di Enel è dotare il Paese di una rete di punti di ricarica capillare che elimini negli automobilisti la paura di rimanere senza energia e di non avere una colonnina nelle vicinanze. Il Piano sviluppato da Enel X, la business line del Gruppo dedicata ai servizi innovativi e soluzioni digitali prevede l’installazione di 14mila punti di ricarica entro il 2020, per salire fino a 28mila punti di ricarica nel 2022. Un programma in piena corsa: ad oggi sono stati già installati oltre 4500 nuovi punti di ricarica e si procede al ritmo di oltre 150 punti di ricarica a settimana. I punti di ricarica tengono in considerazione le necessità di chi le utilizza. Per questo sono state individuate diverse soluzioni per diverse esigenze: nelle strade extraurbane fast e le high power recharge che permettono la ricarica del veicolo in circa 30 minuti in funzione della potenza e delle caratteristiche dei veicoli. Tra l’altro le autonomie dei veicoli stanno crescendo dai 100-150km di qualche tempo fa a più di 400km. Negli ambienti urbani pubblici invece infrastrutture che permettono tempi di ricarica di poche ore; nelle abitazioni e negli uffici, dove le auto stazionano per periodi di tempo più lunghi, spesso la notte o mentre si lavora, i sistemi di ricarica potranno essere più lenti. Non solo, Enel X ha realizzato una soluzione che integra l’illuminazione pubblica con l’infrastruttura di ricarica: è il “lampione intelligente” a LED che, oltre a garantire alta efficienza e gestione da remoto, consente fino a due vetture contemporaneamente di fare il “pieno” di energia, sia con App che con card. Il JuiceLamp è inoltre predisposto per la videosorveglianza, il monitoraggio della qualità dell’aria e la connettività in fibra o il WiFi urbano.Parallelamente sta portando avanti il progetto pilota europeo EVA+, finanziato dalla Commissione europea e co-ordinato dal Gruppo, che prevede l’installazione di 200 stazioni di ricarica (180 in Italia) lungo i corridoi autostradali che attraversano il nostro Paese e l’Austria. Grazie al progetto EVA+, la collaborazione dell’utility austriaca Verbund e delle principali case automobilistiche produttrici di veicoli elettrici Nissan, Renault, BMW e Volkswagen, sarà installata in Italia la prima rete di ricarica veloce per veicoli elettrici, fornendo una base essenziale per i piani di sviluppo delle mobilità elettrica su larga scala in Italia. Sono già più di 150 le Fast Recharge installate nelle strade italiane a lunga percorrenza che permettono di ricaricare in circa 30 minuti. Valorizzare il territorio, significa portare la mobilità elettrica nei più importanti e affascinanti borghi italiani. Con questo intento è stato firmato il Protocollo d’intesa tra Enel X e l’Associazione Comuni Bandiera Arancione. L’accordo prevede la realizzazione di una rete di ricarica negli oltre 200 comuni, tutti al di sotto dei 15mila abitanti che, oltre a godere di un patrimonio storico, culturale e ambientale di pregio, offrono ai turisti un’accoglienza di qualità. I Comuni aderenti avranno almeno quattro punti di ricarica per i veicoli elettrici, perché l’auto a emissioni zero è il mezzo ideale per scoprire i tesori artistici nei centri storici dei più bei borghi italiani. Per dare ancora più valore alle bellezze storiche del nostro Paese, Enel X ha pensato anche a soluzioni di illuminazione artistica che combinano storia e innovazione. Tra le più importanti sicuramente l’intervento nell’aera archeologica di Pompei: non una semplice installazione di apparecchi a LED fatti su misura per esaltarne il patrimonio archeologico ma un vero e proprio percorso di luci e suoni. E ancora il rifacimento dell’intero impianto di illuminazione delle navate della Basilica di Santa Maria Maggiore e più recentemente l’intervento a Palazzo Borromeo, l’Ambasciata italiana presso la Santa Sede. Economia circolare e sostenibilità sono al centro del progetto Futur-e, nato con l’ambizioso obiettivo di trovare nuove destinazioni d’uso per 24 siti, 23 centrali termoelettriche e una ex area mineraria di Santa Barbara in Toscana, che hanno ormai concluso il loro ruolo nel sistema energetico. Consumiamo energia sempre più “verde”, e lo facciamo in maniera più efficiente: il modello che vedeva poche grandi centrali produrre energia che veniva trasportata fino a case e industrie è superato da quello della “generazione distribuita”, in cui è determinante il ruolo di migliaia di impianti da fonti rinnovabili diffusi sul territorio, di cui molti di piccola taglia. In questo processo di transizione energetica le centrali alimentate da fonti convenzionali hanno ridotto la loro produzione, mentre hanno incrementato la fornitura di servizi al sistema perché assicurano costantemente il bilanciamento dell’energia sulla rete elettrica nazionale. In questo contesto, Enel si è posta anche il tema di individuare soluzioni per gli impianti termoelettrici che concludono il loro ciclo produttivo ed escono dal mercato dell’energia. Futur-e è il primo progetto al mondo che intende affrontare un programma di riqualificazione su così larga scala mettendo al centro persone, territori ed economia circolare. Per accompagnare i siti verso una nuova vita, Enel ha creato un processo di ricerca dei progetti di riqualificazione che parte dal coinvolgimento dei territori e dei suoi rappresentanti istituzionali. La sostenibilità economica è una prima garanzia fondamentale per il territorio che ospita il sito in dismissione: a prendere il posto di una centrale deve essere un progetto in grado di sostenersi nel tempo, altrimenti porterebbe solo uno sviluppo temporaneo. Per questo viene verificata attentamente la solidità finanziaria di ogni progetto, corredato di business plan e di informazioni dettagliate su chi investe, con le relative referenze sul passato sviluppo di progetti simili e su come intenda realizzare e gestire la nuova attività. Il secondo parametro è la sostenibilità ambientale: oggi non è pensabile avviare un business senza tenerne conto, e Futur-e esclude attività che non vadano nella direzione di conservazione e salvaguardia dell’ambiente. Sostenibilità sociale significa che la nuova attività deve essere una risorsa per la comunità locale, creando opportunità di sviluppo e di occupazione, sia diretta che indiretta. Tra cantieri, concorsi di progetto, riconversioni interne e studi del territorio, per oltre la metà dei siti Futur-e il percorso verso la nuova vita è già iniziato. Sono diversi i possibili scenari futuri che Enel insieme ai territori e a sviluppatori e investitori sta individuando per le centrali in dismissioni. Le “fabbirche dell’energia” si avviano così a diventare: grandi villaggi turistici open air, parchi dedicati all’automotive e alla mobilità elettrica, poli logistici hi-tech e sostenibili, aree ricettive e commerciali e poli multifunzionali. Una centrale elettrica è una somma di diverse parti che possono essere viste in altra funzione. Edifici, mense, capannoni, ma anche la sala macchine che ospitava gli impianti, tutto può essere riutilizzato in modo diverso, salvaguardando anche icone di archeologia industriale. Molti impianti sono sul mare, su coste bellissime, altri vicini a luoghi di interesse artistico e culturale o collocati nei pressi di importanti nodi infrastrutturali: anche questi sono elementi dello sviluppo futuro. L’economia circolare è questo: riutilizzare invece di demolire è il valore derivante dal creare progetti in grado di rigenerare il territorio investendo su un brownfield che viene ripensato invece che su un greenfield, senza consumare nuovo suolo. Futur-e è ormai riconosciuto a livello internazionale come esempio di applicazione di principi di economia circolare, anche da soggetti come il World Economic Forum e il World Business Council for Sustainable Development (WBSCD). La risposta scelta da Enel Produzione per affrontare positivamente il tema della riconversione delle aree industriali fa scuola: il progetto è stato presentato in apertura di un corso di laurea della Scuola di Architettura del New York Institute of Technology dedicato al tema delle riqualificazioni delle aree industriali, e i tesisti sono stati in Italia per un tour delle centrali oggetto dei loro studi.