Nobento
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Quella di Nobento non è solo una storia industriale di successo, ma un percorso fatto di sacrifici, rivincita, voglia di farcela, il riscatto di un’intera comunità che ha unito forze e anime per uscire dalla palude e spiccare il volo. Nel 2014, la Nobento spa, azienda di Alghero produttrice di serramenti, è in serie difficoltà. Chiede al manager dell’innovazione Andrea Alessandrini di tentare il salvataggio in extremis: impresa quasi impossibile, che però non spaventa Alessandrini che si mette subito al lavoro. Politica della trasparenza, condivisione, sacrifici e impegno a testa bassa: sono elementi che nel giro di 4 anni portano l’azienda a quadruplicare il fatturato, passando da 4 milioni a 16 milioni di euro, automatizzando le fasi produttive più alienanti e portando il numero dei dipendenti a 150, 300 considerando l’indotto, con l’obiettivo di raddoppiarli nel giro di tre anni. Secondo la filosofia del 4.0 nasce un laboratorio di formazione interno, il nobLab, che inserisce i nuovi lavoratori all’interno dell’azienda e incontra i ragazzi delle scuole superiori con un massiccio programma di alternanza scuola lavoro. Un primo contatto con un’azienda vera per i ragazzi che ancora sono tra i banchi di scuola, ma che iniziano a guardare al proprio futuro. Intanto la qualità dei prodotti cresce, i serramenti diventano ad alto contenuto tecnologico, e sono uno dei punti di riferimento del mercato per design, materiali, struttura. Una vera e propria rivoluzione sostenuta dagli investimenti e guidata con piglio deciso da Alessandrini. In una zona depressa dove il lavoro manca, la Nobento diventa un faro, una calamita per le imprese dell’indotto, un incubatore d’idee e opportunità. Perché malgrado la continua evoluzione e l’automazione più sofisticata, il capitale umano rimane la risorsa più importante e delicata a cui l’azienda dedica il massimo dell’attenzione. Non è un caso che proprio Alessandrini abbia ritirato a novembre 2018 a Milano il premio “Le Fonti Awards CEO dell’anno nella valorizzazione delle risorse umane”, un concetto più ampio del semplice rapporto azienda dipendente, che non esclude la nascita di nuove collaborazioni. Un esempio: l’azienda in passato comprava delle casse di legno da un’impresa di Cuneo; ora un ex dipendente ha deciso di fare impresa e ne ha fondata una accanto allo stabilimento: adesso fornisce tutte le casse dando lavoro a 5 persone, un primo esempio di questo percorso virtuoso che non si ferma. Anche i due terzi dei vetri montati sulle finestre Nobento vengono prodotti da due aziende, una di Alghero e l’altra di Tempio Pausania, ma l’indotto è destinato ad aumentare. Alessandrini ritiene che nonostante venga indicato nel fattore isola uno svantaggio, in realtà si possono trovare in Sardegna, e ad Alghero in particolare, le condizioni ideali per fare impresa; basti pensare che ogni sera escono dalla produzione 200 infissi diretti a Porto Torres, dove vengono imbarcati in serata; la mattina successiva possono essere sbarcati a Livorno, a Genova, a Civitavecchia o magari in altre città importanti sulla costa tirrenica, un fattore che rappresenta un vantaggio, non un limite. La Nobento ora punta a un ulteriore passo. Crescere ancora, con nuovi prodotti rivoluzionari. Aumentare il fatturato è cruciale non solo per questa azienda, ma per l’intero territorio: per ogni posto di lavoro in più in fabbrica ne nasce uno nell’indotto, fatto determinante per una zona che ha storicamente bisogno di lavoro. Il solo mercato nazionale degli infissi vale 800 milioni di euro, e Nobento è ormai entrata nella Top 5 delle aziende leader, mentre secondo uno studio di Freedonia Group la domanda mondiale di finestre crescerà costantemente del 4,5% all’anno fino al 2021 raggiungendo quota 180 miliardi di euro, con il PVC a fare la parte del leone. Nobento è pronta a conquistare quote di mercato crescenti, non ha paura di sperimentare, di crescere, e guarda al futuro con la grinta di chi era sull’orlo del baratro e adesso vola.