Piverone
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La geomorfologia dell’area alpina dell’Anfiteatro morenico della Serra di Ivrea ha condizionato la storia inducendo un notevole ritardo della colonizzazione da parte dell’uomo. In questo incantevole scenario, caratterizzato da laghi, castelli e altre impareggiabili bellezze, sorge il comune di Piverone. Verso il IV sec. a.C., i Celti di origine germanica, invasero le terre piemontesi e lentamente si mescolarono alle etnie autoctone dei Salassi e degli Ictimuli. Abili lavoratori del metallo per la fusione di spade di bronzo, i cui stampi rinvenuti a Piverone risultano essere gemelli di quelli ritrovati in inghilterra nel 2017, abitavano inizialmente in villaggi palafitticoli sulla riva piveronese del lago di Viverone (oggi sito UNESCO). Intorno al 100 a.C. ci fu da parte dei Romani la fondazione della vicina Eporedia (Ivrea). Il 1 dicembre 1202 nacque Piverone, edificato ex novo come borgo interamente fortificato, munito di mura e torri di difesa, per volontà del Comune di Vercelli in contrapposizione ad Ivrea. Nasceva per unificazione di 3 piccoli borghi di cui ancora esistono campanili (San Pietro), chiesette come il noto Gesiun immersa nel paesaggio vitivinicolo che caratterizza tutta la zona, ed Anzasco di Piverone in riva al lago di Viverone. Ai giorni più recenti l’imprenditore, politico, sociologo Adriano Olivetti, che oltre a seguire la crescita dell’azienda di famiglia guardava al territorio, prese vita negli anni ’50 il progetto della Cantina della Serra.
Il Progetto vigneto avviato nel febbario 2018 coinvolge la Cantina della Serra, gli studenti della Scuola secondaria di primo grado ed il Comune di Piverone. Lo scopo principale del progetto è quello di promuovere la conoscenza delle economie locali, del territorio e della cultura contadina dando un contributo per valorizzarle, e per tramandarle. Nel 2018, due classi hanno partecipato a un progetto di cura di alcuni filari di una vigna di proprietà della Cantina alla quale si è aggiunta in autunno una vigna gentilmente concessa dalla parrocchia per una superficie complessiva di circa 2 ettari, nelle quali si sta sperimentando una coltivazione rispettosa dei cicli naturali e senza l’uso di pesticidi e concimi artificiali. Sono state intraprese attività didattiche riguardanti il riconoscimento delle malattie della vite, gestione del terreno coltivato e potatura, oltre ad attività riguardanti la vendemmia e la vinificazione che hanno portato alla produzione di alcune bottiglie di Erbaluce appositamente etichettate (foto). Il progetto vuole essere una rivisitazione di alcuni principi del pensiero di un canavesano illustre quale fu l’industriale illuminato Adriano Olivetti il quale, consapevole dell’importanza dell’agricoltura come risorsa del territorio e conservazione del paesaggio, si fece promotore di un piano per mantenerla efficiente e remunerativa evitandone lo spopolamento. Egli infatti riteneva che “L’economia di un territorio non può basarsi esclusivamente sull’industria, ma devono coesistere economie alternative”. Da qui prese vita la Cantina della Serra costituita ufficialmente nel 1953, il cui edificio è sicuramente da inserire nell’architettura olivettiana oggi sito UNESCO. Tra i risultati più importanti troviamo la collaborazione con tutte le cantine canavesane per la nascita nel 1967 di una delle più importanti D.O.C. italiane: l’Erbaluce di Caluso a cui si aggiunsero Nebbiolo e Barbera grazie ai quali oggi possiamo produrre oltre 30 etichette diverse.