Rosa Oliva
Pari Opportunità
Nata a Salerno da genitori napoletani, Rosa Oliva studiò presso l’Università La Sapienza di Roma dove ebbe tra i professori Costantino Mortati, Carlo Esposito, Mario Toscano, Andrea Torrente. Nel 1958 si laureò in scienze politiche e sociali con una tesi sulla “Dinamica degli ordinamenti giuridici”. Dopo la laurea presentò domanda per il concorso per la prefettura, ma la domanda venne respinta inquanto, fino a quel momento, i principali concorsi pubblici erano riservati ai soli uomini. Assistita dal costituzionalista Costantino Mortati, suo professore all’università, ricorse alla Corte costituzionale perché, in quanto donna, si era vista rifiutare l’ammissione al concorso. Mortati sostenne l’incostituzionalità della legge n. 1176 del 17 luglio 1919 e del suo articolo 7. Il 13 maggio del 1960, con la sentenza n° 33/1960, la Corte costituzionale diede ragione a Oliva. Sull’esclusione dal concorso, la Consulta riconobbe, nell’articolo 7 della predetta legge, una violazione della Costituzione e in particolare degli articoli 3 (sull’uguaglianza di fronte alla legge senza distinzione di sesso) e 51 (sull’accesso ai pubblici uffici e alle cariche elettive senza discriminazioni tra i sessi).Nel frattempo Oliva aveva vinto un altro concorso all’Intendenza di finanza a Roma, e inseguito ricoprì vari incarichi pubblici come consulente giuridica per la Camera e il Senato e presso il Sottosegretariato di Stato, prima all’Interno e poi alla Sanità. Il 2 agosto 2010, su iniziativa dell’allora Presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, fu nominata Grande Ufficiale della Repubblica Italiana. Lo stesso anno ricevette il Premio Minerva Anna Maria Mammoliti per l’uguaglianza di genere. Nel 2010, in occasione del 50° anniversario della sentenza 33/1960 della Corte costituzionale, fondò l’associazione Rete perla Parità di cui è presidente. La Rete per la Parità-APS è impegnata sul fronte dei diritti delle donne si pone l’obiettivo di contribuire a far raggiungere la parità sostanziale uomo-donna, secondo i principi della Costituzione italiana. Negli ultimi anni è particolarmente impegnata per ottenere la riforma sull’attribuzione del cognome della madre ai figli organica del cognome, nel rispetto della sentenza della Corte costituzionale n. 268 286/2016.
Altro settore di intervento riguarda la presenza delle donne nelle assemblee e nelle giunte (v. il voto con la doppia preferenza di genere alle elezioni regionali del 21 e 22 settembre 2020 in Puglia). Ha due figli, Nicola e Gabriele e una nipote, Irene, alla quale ha dedicato il libro “Cara Irene, ti scrivo” (2016). E’ inoltre autrice dei libri: “Cinquant’anni non sono bastati. Le carriere delle donne a partire dalla sentenza della Corte costituzionale n. 33 del 1960” (2016); “Quando il Vesuvio aveva il pennacchio. Vi racconto la mia Napoli” (2019); “In difesa del Parco Veio” (1996).rem