PARCO ARCHEOLOGICO DEI CAMPI FLEGREI
Via Rione Terra Palazzo De Fraja – 80078 Pozzuoli (Na)
Tel. 0815233797
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Depositario di uno straordinario patrimonio materiale e immateriale, il Parco archeologico dei Campi Flegrei è custode della memoria di un passato glorioso e, al tempo stesso, proiettore di questi valori nel contemporaneo e portatore di una visione protesa verso il futuro: compito arduo e affascinante che trova alimento ed energia nella natura stessa dei ventisei luoghi che gestisce e nella loro connotazione ambientale e sociale.
Un viaggio dentro il Parco archeologico dei Campi Flegrei non può che prevedere come prima tappa un passaggio nel Parco archeologico di Cuma, madre della presenza greca in Italia. Prima colonia del Mediterraneo occidentale, generosa nel restituire l’eco di vicende antiche sotto forma di tracce che gli archeologi hanno raccolto in decenni di ricerche. I suoi templi sono un labirinto di segni che rimandano a tutti i capitoli della storia cumana: le fasi più antiche della colonizzazione, il momento di massimo sviluppo, la trasformazione in città sannitica, l’evoluzione verso il modello di municipio romano e, infine, la sua metamorfosi in piccolo centro fortificato in età bizantina. Se Cuma fosse fatta solo di pietra, mattoni e marmo sarebbe sufficiente indagarne la materia, ma Cuma è deposito straordinario di memoria intangibile e va quindi avvicinata interrogandone i miti, scoprendo in una galleria scavata nel tufo l’Antro della Sibilla o in un lago di origine vulcanica la porta dell’Ade.
Una vocazione più schiettamente commerciale fece diventare il piccolo centro di Pozzuoli uno dei motori economici del Mediterraneo antico; perno di questa storia è il Macellum di Pozzuoli, mercato dell’antica città dove la polifonia dei popoli del Mediterraneo, le loro lingue, i loro culti e le loro merci hanno trovato la vetrina ideale, e al contempo spazio dell’incontro e del dialogo quotidiano tra coloro che abitano quel territorio. Una potenza economica che ha restituito energia alla sua città nella veste monumentale pubblica di solenni monumenti come l’Anfiteatro Flavio o lo Stadio di Antonino Pio.
Come tutti i paesaggi costieri la principale interfaccia di relazione anche nei Campi Flegrei è rappresentata dal litorale che qui, come in nessun altro luogo, appare labile e mai uguale a sé stesso, perché in perenne confronto con il bradisismo. Il confine tra mare e terra nei Campi Flegrei è provvisorio e sfumato. Emblema di questo processo “flegreo” è il Parco sommerso di Baia, lo spazio più straordinario per descrivere stratificazioni e metamorfosi, ma anche il più importante contesto di archeologia sommersa al mondo, recentemente riconosciuto dall’Unesco come buona pratica mondiale. Sono questi i luoghi della “gioia di vivere” tipica dell’antica Baia, luogo di delizia e di “dolce vita”. I complessi delle Terme di Baia e le ville del litorale fino a Capo Miseno, sono l’ambientazione di una stagione irripetibile che ha portato Baia al centro del mondo e la storia, attraverso i suoi protagonisti, a lasciare segni indelebili della sua presenza nella terra flegrea.
La dimensione territoriale del Parco archeologico dei Campi Flegrei è puntiforme, diffusa e, al tempo stesso, corale. Si estende sul territorio estremamente vasto e si inserisce in un contesto unico caratterizzato da un’attività vulcanica intensa e inesauribile che si manifesta in molteplici forme. I resti archeologici rappresentano un formidabile strumento di comprensione del paesaggio flegreo, nelle sue diverse e multiformi componenti. La strategia del Parco, mediante un’incessante attività di relazione con la comunità e l’applicazione di innovativi modelli di gestione e valorizzazione, tende a costruire la condivisione di nuovi valori, fondati sulla memoria antica, e protesi verso uno sviluppo sostenibile su base turistico-culturale, per offrire alla terra flegrea una prospettiva di sviluppo identitaria e accogliente.