Stefania Basili
Conta piastrinica ed emorragie nella cirrosi epatica
Le piastrine sono importanti elementi del sangue coinvolti nel processo emostatico che controlla sia la trombosi che l’emorragia. Di conseguenza è opinione comune che un basso numero di piastrine metta a rischio di sanguinamento il soggetto. La cirrosi epatica è una malattia cronica e degenerativa del fegato.
Tutto ciò che determina un danno epatico cronico può provocare cirrosi; tra le principali cause di questa malattia troviamo le epatiti virali e alcune malattie dismetaboliche. Una delle caratteristiche del paziente affetto da cirrosi epatica è inoltre in una buona percentuale dei casi un basso numero di piastrine. La letteratura medica ha sempre individuato, quindi, nel basso numero di piastrine del paziente cirrotico un fattore di rischio per le emorragie.
Tuttavia, gli studi che mettano in relazione l’emorragia del paziente cirrotico con il numero di piastrine non sono sufficienti per supportare questo legame.
In questo studio multicentrico italiano si è voluto studiare se il basso numero di piastrine si associasse a sanguinamenti maggiori (per esempio quelli che richiedono trasfusione) e minori (per esempio epistassi) in un periodo di osservazione medio di 4 anni.
I pazienti seguiti in questo studio fanno parte di una ampia casistica appartenente allo studio PRO-LIVER, studio pianificato dalla Società Italiana di Medicina Interna allo scopo di valutare l’incidenza e la prevalenza della trombosi della vena porta nel paziente cirrotico altra emergente complicanza di questa malattia.
Sono stati osservati 280 pazienti cirrotici con diverso stadio di malattia. Di questi il 67% era maschio e l’età media dei soggetti era di 64 anni. Nel 44% dei casi i pazienti avevano una cirrosi conseguente ad una causa virale e il 28% ad uso di alcool. Il 70% dei pazienti aveva sviluppato varici esofagee viste all’endoscopia digestiva.
Questo è un dato molto importante in quanto si ricorda che il paziente cirrotico presenta molto spesso lesioni gastriche e varici esofagee che possono essere motivo di sanguinamento.
I pazienti mostravano un decrescente numero di piastrine peggiore era lo stadio di malattia. Tuttavia, livelli molto bassi di piastrine (<50000 unità per microlitro di sangue) sono stati riscontrati in pochissimi pazienti.
Durante un lungo periodo di osservazione, durato in media 4 anni, il 18.6% ha sviluppato eventi emorragici maggiori (34 pazienti) o minori (18 pazienti). La maggior parte degli eventi emorragici sono stati prevalentemente a carico dell’apparato gastroenterico.
I pazienti che hanno avuto la complicanza emorragica durante lo studio presentavano un peggiore stadio di malattia e maggiore percentuale di precedenti emorragie gastrointestinali. Di contro, la conta piastrinica non ha discriminato pazienti con e senza emorragie.
Questi risultati dimostrano l’assenza di relazione tra conta piastrinica e sanguinamento come già dimostrato da un altro studio che riportava le stesse conclusioni in relazione al sanguinamento da varici nel paziente cirrotico in un periodo di osservazione di circa 3 anni.
Questi dati portano a suggerire che, nella cirrosi, le piastrine mantengono una funzione emostatica adeguata nonostante il loro basso numero. Dal punto di vista fisiopatologico questo può essere sostenuto da numerose osservazioni e studi che suggeriscono che i pazienti cirrotici non soffrono solo di un basso numero di piastrine (trombocitopenia) ma anche di una trombocitopatia, ossia una risposta diversa quando vengono stimolate (quindi attivate) che potremmo definire amplificata rispetto a quella osservata nella popolazione sana.
Una possibile spiegazione per questa osservazione è che le piastrine nella cirrosi sono in realtà iperattivate con un meccanismo correlato all’infiammazione sistemica e allo stress ossidativo che potrebbe, quindi, proteggere dal sanguinamento anche in caso di basso numero di piastrine.
In conclusione, questo studio mostra che nella cirrosi la conta piastrinica è non predittiva di emorragie, suggerendo, al contrario, che la funzione piastrinica nel paziente cirrotico è adeguatamente conservata.