Giulia Maria Giordano
Correlati neurofisiologici dei sintomi negativi in soggetti con schizofrenia
I sintomi negativi (SN) rappresentano una dimensione clinica nucleare della schizofrenia e hanno un enorme impatto sul funzionamento delle persone che soffrono di tale disturbo. Essi costituiscono un bisogno terapeutico non soddisfatto poiché non rispondono in maniera soddisfacente ai trattamenti farmacologici attualmente disponibili1,2.
Secondo la classificazione attuale, i SN sono categorizzabili in avolizione (riduzione fino a mancanza di iniziativa e interesse in vari ambiti), anedonia (riduzione nella capacità di provare piacere sia per esperienze attuali-anedonia consumatoria- che future-anedonia anticipatoria), asocialità (riduzione dell’iniziativa sociale), appiattimento affettivo (riduzione dell’ espressione facciale, vocale e gesti espressivi) e alogia (riduzione della quantità e dell’ elaborazione spontanea dell’ eloquio)1. L’avolizione, l’ anedonia e l’ asocialità costituiscono il fattore esperienziale; l’ appiattimento affettivo e l’alogia costituiscono invece il fattore espressivo dei SN (Fig 1)1. Sebbene non si sia giunti ad una chiara definizione dei meccanismi fisiopatologici alla base dei SN, diversi studi sembrano suggerire che alla base del fattore esperienziale vi siano anomalie dei circuiti cerebrali coinvolti nel processo della motivazione. Più scarsi sono invece i dati relativi al fattore espressivo che è stato messo in relazione alla presenza di deficit nelle abilità cognitive e di ‘neurological soft signs’ 3 (Fig.1).
L’utilizzo dell’ elettroencefalografia (EEG), che risulta essere non invasiva, poco costosa e ad alta risoluzione temporale, ha permesso di individuare specifiche alterazioni delle funzioni cerebrali corticali e di indagare i substrati neurofisiologici di diversi aspetti psicopatologici4. Studi di EEG condotti per esaminare le basi neurofisiologiche dei SN hanno tuttavia riportato risultati inconsistenti. Questo è dovuto alla eterogeneità dei SN, alla loro non corretta concettualizzazione, alla presenza di fattori di confondimento, all’uso di strumenti di valutazione differenti e spesso non in linea con la concettualizzazione attuale e alla piccola dimensione del campione di studio4,5. Al fine di superare tali limiti, nell’ ambito dell’ addendum per la valutazione elettrofisiologica
dello studio trasversale del Network Italiano per la Ricerca sulle Psicosi (NIRP)6, abbiamo indagato in un ampio campione di soggetti affetti da schizofrenia (SCZ) le correlazioni tra indici di EEG in condizione di riposo e i due fattori dei SN utilizzando strumenti di valutazione che rappresentano lo stato dell’arte della ricerca in quest’ambito5,6. Il campione di studio era composto da 142 SCZ e 64 controlli sani (CS). Gli indici EEG sono stati valutati attraverso l’analisi dei microstati elettrici cerebrali (MEC). Essi rappresentano le configurazioni spaziali dell’attività elettrica cerebrale registrata dallo scalpo e possono essere considerati come le unità elementari dei processi cognitivo-emotivi. In accordo con la letteratura sono stati individuati 4 MEC (MEC A, MEC B, MEC C e MEC D)5,7. I sintomi negativi sono stati valutati con la Brief Negative Symptom Scale, in linea con l’attuale concettualizzazione. Dall’analisi di confronto dei due gruppi, è emerso che i SCZ, rispetto ai CS, presentavano un incremento della percentuale di tempo totale (contributo) e della durata media del MEC C (associato al network cerebrale della salienza). Dall’ analisi di correlazione tra i MEC e i SN nei SCZ è emerso che il MEC A (associato al network visivo) presentava una correlazione significativa e positiva con il fattore esperienziale e non con il fattore espressivo. Andando a scomporre il fattore esperienziale nei SN individuali, l’avolizione, l’ asocialità, l’ anedonia anticipatoria ma non quella consumatoria presentavano la stessa relazione con il MEC A (Fig.2)5. Il nostro studio mostra come i SCZ presentavano anomalie nel MEC C, non associate ad aspetti psicopatologici, suggerendo come probabilmente queste anomalie rappresentino marcatori di tratto della schizofrenia. Inoltre, i nostri risultati suggeriscono l’ esistenza di correlati elettrofisiologici differenti alla base dei due fattori dei SN e supportano l’ipotesi che solo la componente anticipatoria dell’anedonia condivide gli stessi meccanismi patofisiologici del fattore esperienziale 5.
Ulteriori studi sono necessari per comprendere meglio il ruolo del MEC A nel deficit motivazionale nei SCZ. I progressi nelle conoscenze dei meccanismi alla base dei SN potrebbero migliorare lo sviluppo di trattamenti innovativi e soddisfacenti per la cura di questi sintomi.
Bibliografia: 1. Galderisi S et al. Eur Psy. 2021;64:e23. – 2. Galderisi S et al. Eur Psy. 2021;64:e21. – 3. Galderisi S et al. Lancet Psy. 2018;5:664-77. – 4. Koukkou MT et al. 2019 in Advances in Psy: 433-59 – 5. Giordano GM et al. Neuroimage Clin. 2018;20:627-36. – 6. Galderisi S et al. World Psychiatry. 2014;13:275-87. – 7. Koenig T et al., NeuroImage. 2002; 16:41-8