Alessandra Oliva
Determinanti di prolungato rilascio di RNA virale in pazienti con COVID-19
Il nuovo Coronavirus, denominato SARS-CoV-2, emerso nel Dicembre 2019 in Cina e rapidamente diffusosi nel mondo, è la causa della pandemia che la società attuale sta vivendo.
In questo contesto, conoscere i fattori associati alla persistenza della positività al tampone nasofaringeo per SARS-CoV-2 ha delle importanti implicazioni, non solo cliniche, ma anche di sanità pubblica.
Sebbene una prolungata presenza del virus a livello nasofaringeo sia stata già descritta in corso di infezione da SARS-CoV-2, allo stato attuale poche sono le conoscenze relative ai parametri che la influenzano. Infatti, la severità della malattia, l’età avanzata e i diversi trattamenti sono stati associati, a vario titolo, a una prolungata presenza del virus a livello del nasofaringe, tuttavia con risultati contrastanti.
Pertanto, appare cruciale definire i parametri che influenzano la durata del rilascio virale nei pazienti con infezione da SARS-CoV-2, al fine di ottimizzare le strategie di isolamento dei pazienti da una parte e di utilizzare in modo razionale le risorse dei laboratori di diagnostica dall’altra.
In questa ottica, il nostro studio ha avuto lo scopo di individuare i determinanti clinici e di laboratorio di un prolungato rilascio di RNA virale nei pazienti ospedalizzati con infezione da SARS-CoV-2. In un periodo di 2 mesi (Marzo-Maggio 2020), e’ stato condotto uno studio che ha incluso i pazienti ospedalizzati presso il Dipartimento di Malattie Infettive del Policlinico Umberto I, Sapienza Università di Roma, con documentata infezione da SARS-CoV-2, diagnosticata mediante Real-Time PCR su tamponi nasofaringei.
Per ogni soggetto, sono stati raccolti in modo anonimo dati anagrafici, clinici, di laboratorio e relativi alla terapia effettuata per l’infezione da SARS-CoV-2.
La durata del rilascio virale è stata definita come il numero di giorni tra la prima positività per l’RNA virale su tampone nasofaringeo e il primo di due risultati consecutivi negativi nell’arco di 24 ore.
I pazienti sono stati successivamente divisi in rapporto alla durata della positività al tampone nasofaringeo per SARS-CoV-2 in due gruppi: “early clearance (EC)” (≤14 giorni), “late clearance (LC)” (>14 giorni). Per confrontare le variabili tra loro, sono stati utilizzati diversi test statistici mediante il software STATA/IC (StataCorp) versione 15.
In totale, 179 pazienti sono stati inclusi nello studio (101 EC, 78 LC), con una età mediana di 62 anni.
I soggetti del gruppo LC presentavano una età più avanzata e una prevalenza del sesso maschile rispetto al gruppo EC (65.5 vs 59 anni e 61.5% vs 54.4% uomini).
Il tempo mediano di durata della positività al tampone nasofaringeo per SARS-CoV-2 è stato di 14 giorni (10 giorni per il gruppo EC, 19 giorni per il gruppo LC, con una differenza statisticamente significativa). Tra i parametri di laboratorio, i valori sierici di albumina risultavano significativamente inferiori nel gruppo LC, andando a riflettere come avere bassi livelli di albumina (che presenta azione anti-infiammatoria) non solo influenza la mortalità nei pazienti con infezione da SARS-CoV-2, ma gioca anche un ruolo cruciale nella durata della positività del tampone nasofarinego.
Non si sono riscontrate differenze tra i due gruppi per quanto riguardava l’utilizzo dei farmaci antivirali, mentre coloro che hanno ricevuto corticosteroidi o tocilizumab hanno mostrato una maggiore durata di positivizzazione.
Globalmente, nel nostro studio è emerso che l’età avanzata, i ridotti livelli di albumina e l’aver ricevuto corticosteroidi o tocilizumab erano significativamente associati a una prolungata positività del tampone nasofaringeo per SARS-CoV-2.
Tali risultati possono essere spiegati con l’effetto, diretto o indiretto, di ciascuno di questi parametri sul sistema immunitario dell’individuo.
Nel contesto pandemico attuale, ove le strategie di isolamento dei pazienti e le risorse dei laboratori assumono una importanza fondamentale, i risultati del nostro studio hanno contribuito a una migliore comprensione di quelli che sono i parametri in grado di influenzare la durata della positività del tampone nasofaringeo per SARS-CoV-2.