Stefano Puliatti
Covid-19 in urologia: completa revisione della letteratura
Introduzione:
Alla fine di dicembre 2019 è stata segnalata una polmonite ad eziologia sconosciuta nella città di Wuhan (Cina). Il virus causa di tale infezione è stato isolato, sequenziato e denominato 2019-nCoV. In breve tempo, altri paesi asiatici hanno segnalato i primi casi di 2019-nCoV al di fuori della Cina. Successivamente, l’OMS ha denominato tale virus SARS Coronavirus 2 (SARS-CoV-2) e la conseguente polmonite come Coronavirus Disease 2019 (COVID-19). L’esponenziale crescita dei casi e la diffusione in molteplici paesi ha poi spinto l’OMS a dichiarare il COVID-19 come una pandemia.
Cos’è il SARS-CoV-2?
SARS-CoV-2 è un nuovo virus a RNA, altamente contagioso con tre principali vie di trasmissione: il contatto uomo-uomo, la trasmissione per mezzo di aerosol e la trasmissione per contatto. Questo virus può determinare una sintomatologia anche molto grave, mettendo a rischio la vita di chi lo contrae.
Impatto globale Diverse autorità e sistemi sanitari hanno adottato delle misure senza precedenti per contenere la diffusione di SARS-CoV-2 e per far fronte al previsto aumento di pazienti con COVID-19 (per esempio test di screening e quarantena). Sono state adottate anche misure sanitarie severe, come la sospensione di tutti gli interventi chirurgici elettivi non urgenti e la limitazione dei servizi ospedalieri, implementando nel contempo la capacità delle terapie intensive.
Effetto del virus sulle vie urinarie: SARS-CoV-2 ha forte affinità di legame con i recettori di uno specifico enzima denominato enzima di conversione dell’angiotensina 2 (ACE2). Per questo, le cellule umane che esprimono ACE2 possono agire come cellule bersaglio per SARS-CoV-2. La vescica urinaria e i reni possono essere conseguentemente ad alto rischio di invasione virale.
Impatto sull’attività chirurgica urologica
Impatto sull’attività di training: La pandemia di COVID-19 ha comportato il congelamento della mobilità degli specializzandi, la cancellazione di tutte le attività didattiche in presenza e il loro trasferimento sulle piattaforme online. Inoltre, il blocco degli esami e dei cicli di formazione rischia di determinare una situazione di stress negli studenti.
Trapianti renali: I pazienti candidati a trapianti di organi solidi sono per definizioni pazienti fragili e con maggior rischio di contrarre patologie infettive. Pertanto, diverse società scientifiche hanno raccomandato test specifici di screening per COVID-19 in pazienti candidati a trapianto, con eventuale sospensione o rinvio di soggetti affetti dal virus, o a rischio di contrarlo.
Oncologia: I pazienti con cancro sono caratterizzati dalla loro maggiore suscettibilità alle malattie infettive, con un aumento di 3,5 volte del rischio di eventi gravi correlati al COVID-19 a causa del loro stato di immunocompromissione correlato alla natura della loro patologia e alla gestione terapeutica antitumorale.
La cura del cancro è parte integrante della pratica urologica quotidiana. Tuttavia, il ritardo degli interventi onco-urologici può avere un impatto sulla progressione a breve termine e/o sui tassi di mortalità. Diverse raccomandazioni sono state pubblicate in letteratura al fine di permettere la gestione migliore dei pazienti oncologici in tempo di pandemia.
Considerazioni specifiche: Il SARS-CoV-2 è un nuovo virus con dati limitati sulle sue modalità di trasmissione. Nonostante la maggior parte dei pazienti sia stata infettata attraverso le vie discusse in precedenza, non dovremmo trascurare altre vie di trasmissione, come la trasmissione durante trasfusioni di sangue o durante l’attività chirurgica. In questo contesto, è necessaria una particolare cautela per ridurre l’infezione tra gli operatori sanitari che si prendono cura dei pazienti con COVID-19.
Conclusioni:
La pandemia di COVID-19 è la più grande sfida che i sistemi sanitari di tutto il mondo debbano affrontare. In campo urologico, tutti gli interventi chirurgici elettivi dovrebbero essere rinviati nelle regioni con un elevato numero di casi COVID-19 a causa della limitata disponibilità di ventilatori, di specialisti e letti ospedalieri, fatto salvo per le emergenze urologiche. Tutti gli operatori sanitari, dovrebbero adottare strategie di protezione sufficienti per proteggersi dalle infezioni quando si tratta di pazienti con COVID-19.
Le attuali raccomandazioni si basano sui dati limitati disponibili in letteratura e sono soggette a modifiche.