Gianluca Tornese
Controllo glicemico nel diabete di tipo 1 pediatrico durante il lockdown per COVID-19
Per limitare la diffusione del COVID-19, i governi hanno disposto una serie di restrizioni che avrebbero potuto influenzare il controllo glicemico nei soggetti con diabete mellito di tipo 1 (T1DM), poiché l’attività fisica, che era completamente vietata dalla legge al di fuori delle case durante il primo lockdown del 2020, è solitamente consigliata per migliorare il controllo glicemico. È noto infatti che durante le pause da scuola (ad esempio le vacanze), i bambini sono fisicamente meno attivi, trascorrono più tempo davanti agli schermi, hanno schemi di sonno irregolari e diete meno salutari. Tali effetti negativi sulla salute avrebbero potuto essere anche peggiori, dal momento che i bambini erano confinati nelle loro case, senza attività all’aperto e senza interazione con gli amici durante l’epidemia. La prevista riduzione dell’esercizio e un aumento della sedentarietà avrebbero potuto avere, quindi, un’influenza dannosa sul controllo glicemico.
Questo studio mirava a valutare i cambiamenti nel controllo glicemico e il ruolo dell’attività fisica a casa durante questo periodo eccezionale in una coorte di individui con diabete di tipo 1, utilizzatori di un microinfusore di insulina con sistema ibrido a circuito chiuso (HCL, hybrid closed loop).
Il sistema HCL utilizza un algoritmo per regolare automaticamente l’erogazione di insulina sul microinfusore in base alle letture del glucosio da un sensore che ne rileva i valori in continuo. Questi sistemi sono detti “ibridi” in quanto i boli prima del pasto devono comunque essere erogati dagli utenti, calcolando le unità di insulina sulla glicemia pre-prandiale e i grammi di carboidrati da consumare.
Poiché le visite di follow-up di persona e i controlli programmati sono stati cancellati durante il primo lockdown, la telemedicina era l’unico modo per fornire servizi sanitari alle persone con T1DM e i sistemi HCL hanno permesso di scaricare dati dettagliati durante le televisite attraverso un programma su piattaforma web.
Abbiamo valutato retrospettivamente il controllo glicemico di 13 bambini e adolescenti con diabete di tipo 1 (età mediana di 14,2 anni) utilizzatori di un sistema HCL nel periodo precedente l’epidemia di SARS-CoV-2 in Italia (10-23 febbraio 2020-Tempo 1), quando gli spostamenti erano solo ridotti (24 febbraio 8 marzo 2020 – Tempo 2) e durante il lockdown completo (9-22 marzo 2020 – Tempo 3).
Tutti i partecipanti avevano un buon controllo glicemico al Tempo 1 (baseline) e hanno continuato a mostrare un buon controllo glicemico per tutto il periodo di studio. La percentuale di tempo trascorso in normoglicemia (definita TIR “time in range”, ossia i valori di glucosio da sensore tra 70 e 180 mg/dl) è rimasta stabile durante le prime 2 settimane di restrizioni ed è aumentata in maniera significativa durante le prime 2 settimane di lockdown completo, con significativa riduzione degli eventi ipoglicemici (definiti TBR “time under range”). Gli 8 partecipanti che hanno svolto attività fisica durante la quarantena (esercizi a corpo libero, salto della corda, tapis roulant, lezioni di danza on line, attività in giardino) hanno avuto un aumento più significativo del TIR e, considerando tutte le variabili, l’attività fisica era l’unica in grado di prevedere un buon valore di TIR. Inoltre i partecipanti non hanno aumentato il numero di pasti giornalieri, né l’introito di carboidrati.
Pertanto, il nostro studio ha dimostrato che il controllo glicemico del T1DM nei bambini e adolescenti che utilizzano il sistema HCL non è peggiorato durante le restrizioni dovute alla pandemia di COVID-19 ed è ulteriormente migliorato in coloro che hanno continuato l’attività fisica durante la quarantena. Una possibile spiegazione per questi risultati potrebbe essere la continua (o incrementata) presenza dei genitori in casa, che potevano monitorare i figli più da vicino del solito durante la quarantena, e da orari più regolari durante la giornata. L’esclusione dell’influenza di alcune attività scolastiche e di tutte le attività extra-scolastiche potrebbero aver ridotto i livelli di stress e l’imprevedibilità legata a molteplici attività sovrapposte. Mangiare ogni pasto a casa, ad esempio, può consentire un conteggio dei carboidrati più preciso rispetto ai pasti effettuati fuori casa, come nelle mense scolastiche, nei ristoranti, o a casa degli amici. Un altro motivo può essere trovato nella continuazione dell’assistenza sanitaria attraverso la telemedicina così come avveniva anche prima della quarantena. Tuttavia, il mantenimento di un’attività fisica regolare si è rivelato essere essenziale per i giovani con T1DM, anche se effettuata in casa. Soprattutto in situazioni simili, come la pandemia di COVID-19, l’esercizio fisico regolare è fondamentale non solo per il controllo della glicemia, ma anche per il benessere psicologico, poiché l’attività fisica riduce lo stress e l’ansia e migliora l’umore e la qualità del sonno.