Francesco Montorsi
Riduzione del rischio di complicanze dopo prostatectomia radicale robotica
Riduzione del rischio di complicanze postoperatorie nei pazienti affetti da tumore della prostata trattati con prostatectomia radicale robot-assistita: risultati di un processo di “audit e feedback”.
Il tumore della prostata rappresenta una delle neoplasie con la più alta incidenza nei paesi occidentali e in Italia ogni anno si registrano circa 36,000 nuovi casi. L’intervento chirurgico di prostatectomia radicale con tecnica robotica rappresenta una delle principali opzioni per il trattamento del tumore della prostata clinicamente localizzato.
Nonostante tale procedura sia caratterizzata da eccellenti risultati in termini di controllo oncologico della malattia, il rischio di complicanze dopo l’intervento chirurgico può raggiungere il 30%. La disponibilità di dati accurati riguardo ai risultati chirurgici consente un adeguato counseling preoperatorio del paziente. Inoltre, le complicanze postoperatorie rappresentano degli indici che riflettono la qualità della procedura eseguita.
Infine, una accurata conoscenza da parte del chirurgo dei propri risultati può portare all’implementazione di misure volte al miglioramento degli outcome stessi.
In questo lavoro ci poniamo l’obiettivo di valutare l’efficacia di un processo di “audit e feedback” che consiste in un’analisi critica dei risultati chirurgici dopo la prostatectomia radicale robot-assistita per tumore della prostata con lo scopo di identificare le possibili criticità che sono alla base delle complicanze più comuni e di implementare misure volte a ridurne la frequenza.
La popolazione oggetto dello studio è composta da circa 400 pazienti sottoposti nel nostro centro a intervento di prostatectomia radicale robot-assistita tra il 2017 e il 2021.
Gli outcome peri-operatori entro 30 giorni dall’intervento chirurgico sono stati raccolti in maniera prospettica utilizzando una rigorosa metodologia e una classificazione validata (Clavien-Dindo) come raccomandato dalle linee guida della Società Europea di Urologia (European Association of Urology, EAU). Inoltre, la raccolta prospettica è stata implementata con l’introduzione del metodo di “audit e feedback” per cui sono state ottenute le registrazioni video di tutte le prostatectomie radicali complicate da almeno una complicanza post-operatoria.
Il processo di revisione delle complicanze chirurgiche ha evidenziato come l’evento più frequente fosse lo sviluppo di una fistola a carico dell’anastomosi vescico-uretrale.
Tali risultati sono stati discussi nel corso di una riunione a cui hanno partecipato i chirurghi coinvolti nell’esecuzione dell’intervento di prostatectomia radicale.
Dopo la revisione dei video chirurgici e un’attenta analisi della letteratura si è deciso di apportare modifiche alla tecnica chirurgica introducendo un nuovo tipo di sutura del piatto posteriore dell’anastomosi vescico-uretrale. Dopo l’implementazione della nuova tecnica la percentuale di fistole anastomotiche si è ridotta in maniera significativa (dal 9.6% al 3.1%).
La percentuale di pazienti che ha sviluppato complicanze entro i 30 giorni dalla chirurgia si è ridotta dal 31% al 17% e la frequenza di riammissione in ospedale entro i 30 giorni si è ridotto dal 18% al 9%. All’analisi multivariata l’introduzione della nuova tecnica anastomotica è risultata ridurre del 61% il rischio di fistole anastomotiche del 43% il rischio di complicanze totali.
In conclusione, una raccolta accurata e prospettica delle complicanze peri-operatorie dopo intervento chirurgico di prostatectomia radicale robot-assistita e un processo rigoroso di “audit e feedback” ha consentito di identificare una criticità nella tecnica operatoria e di implementare modifiche nella tecnica stessa.
Questo processo ha consentito di ridurre in maniera significativa le complicanze post-operatorie aiutando a migliorare i risultati chirurgici.