Pier Francesco Nocini
Tecnologia in odontostomatologia e chirurgia maxillofacciale
Al giorno d’oggi, l’impiego dei materiali di ultima generazione, associato ad innovative tecnologie utilizzate per la loro produzione ed applicazione (es la sinterizzazione laser, il custom made, il virtual surgery) pone il campo della maxillo-facciale ai vertici dei settori della medicina caratterizzati da un permeante processo di innovazione.
Nell’ambito del testa-collo, la Clinica Odontoiatrica e di Chirurgia Maxillo-facciale dell’Università degli Studi di Verona, grazie alla sua cinquantennale esperienza chirurgica, ha intrapreso molteplici percorsi di ricerca volti all’acquisizione di conoscenze e definizione di linee guida nell’utilizzo di queste nuove tecnologie e materiali per la diagnosi e il trattamento delle principali patologie coinvolgenti questo settore.
Ne sono un esempio il ripristino delle perdite di sostanza dei tessuti ossei al fine di ricostruire, riconformare e dare funzione al volto dei pazienti: il raggiungimento di tale scopo rappresenta una sfida non solo di tecnica chirurgica ma anche per la scelta dei materiali da impiegarsi. L’impiego di osso prelevato da altri distretti corporei del paziente, oltre a determinare una ulteriore morbidità correlata al sito di prelievo, non sempre risulta ottimale per lo scopo prefissato (per quantità, forma, composizione). Oltre all’impiego di materiali biologici provenienti da donatori o di derivazione animale (previ opportuni procedimenti atti a renderli idonei come innesti per il nostro organismo) negli anni la ricerca ha consentito di sviluppare materiali sintetici che hanno dimostrato ottimale biocompatibilità, leggerezza, resistenza e possibilità di essere plasmati a divenire perfette “repliche” del segmento anatomico da riconformare. Tali risultati sono stati possibili grazie al continuo connubio dei vari settori della ricerca medica in campo industriale e sanitario.
La Clinica di Verona ha perseguito negli anni questi percorsi di sviluppo scientifico-tecnologico-sanitari con particolare attenzione all’impiego del PEEK (polietere etere chetone, trattasi di polimero termoplastico) per la realizzazione di protesi “custom made” (i.e. individuali) del distretto cranio-maxillo-facciale: con applicazione nei campi della chirurgia ricostruttiva post-traumatologica, nelle procedure ancillari post-chirurgia ortognatodontica, in ambito riabilitativo post-trattamento chirurgico oncologico, in ambito riabilitativo protesico odontostomatologico.
Utilizzato nel settore aereospaziale, automobilistico e di processo chimico, il PEEK rappresenta indubbiamente al giorno d’oggi uno dei materiali di maggior interesse medico-scientifico per le sue caratteristiche fisiche intrinseche: estrema leggerezza e grande resistenza (trattasi di un tecnopoliero), nonchè avanzata biocompatibilità con l’organismo umano.
Indipendentemente dal materiale che andrà a costituire il manufatto protesico (PEEK, titanio, etc) un ulteriore aspetto tecnologico a servizio di questi manufatti risiede nel processo di ideazione e realizzazione della protesi stessa. Grazie ai progressi ottenuti nel campo del “digital-imaging” (i.e. visualizzazione digitale), la forma della protesi da innestare è definita grazie alla simulazione “virtuale” computer-guidata dell’intervento ricostruttivo.
Questo procedimento virtuale consente la realizzazione di protesi “su misura” solo dopo un’attenta valutazione da parte di tutti gli interessati (chirurgo e paziente).
A titolo esplicativo si riporta l’iter-ricostruttivo di una giovane paziente sottoposta a gravissimo trauma cranio-massiccio-facciale con perdita di sostanza ossea del cranio a livello della volta, della fronte e della regione sovra-orbitaria (fig.1).
La chirurgia ricostruttiva è stata pianificata in primis virtualmente: partendo dall’indagine TC sono stati identificati per forma e numero i segmenti ossei residui limitrofi al difetto da ricostruire (fig.2) e la loro ricomposizione è stata guidata dalla porzione frontale della protesi a sua volta punto di appoggio ed inserimento della seconda porzione protesica dedicata alla ricostruzione della volta cranica (fig.3). I manufatti protesici sono stati realizzati in PEEK.
Il successo chirurgico ottenuto è stato possibile anche grazie a questo sapiente utilizzo degli elementi protesici creati e validati virtualmente come “template-ricostruttivo” (i.e. guida per la ricostruzione). Il risultato è chiaramente espresso dalla normalizzazione del volto della paziente, ulteriore aspetto che ha aiutato il ritorno alla vita sociale della paziente (fig.4).