Giulia Scioscia
Percezione della dispnea in pazienti affetti da bpco: differenze tra frequenti riacutizzatori e non riacutizzatori.
La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è una malattia respiratoria cronica, eterogenea e infiammatoria, che colpisce principalmente soggetti fumatori o ex fumatori. Alcuni pazienti con BPCO riportano frequentemente episodi di acutizzazione dei sintomi, chiamati riacutizzazioni di malattia (Frequenti riacutizzatori), mentre altri li sperimentano più raramente (Non riacutizzatori). Nonostante la immediata accezione del termine “riacutizzazione”, esistono ancora notevoli difficoltà nella sua esatta definizione sia dal punto di vista clinico che in ambito di ricerca.
Vi è un generale consenso nel ritenere che per riacutizzazione debba intendersi “il prolungato peggioramento delle condizioni di stabilità di un paziente affetto da BPCO, che va al di là delle normali variazioni quotidiane, ha inizio acuto e necessita di modificazioni della abituale terapia, con eventuale ricorso a terapia steroidea e/o antibiotica o, nei casi più severi, a ospedalizzazione”. Questi episodi sono clinicamente rilevanti perché accelerano il declino della funzione polmonare, riducono l’attività fisica, sono associati ad una peggiore qualità della vita e aumentano il rischio di morte di questi pazienti. Inoltre, le riacutizzazioni sono responsabili di una grande proporzione dei costi sanitari attribuibili alla BPCO. Poiché la fisiopatologia che è alla base delle riacutizzazioni di BPCO è ancora poco chiara in molti aspetti e, per ragioni non ben definite, la diagnosi attuale di riacutizzazione si basa principalmente sulla percezione del paziente di un aumento dei sintomi (principalmente la dispnea), in questo studio (Scioscia G, Blanco I, Arismendi E, et al. Different dyspnoea perception in COPD patients with frequent and infrequent exacerbations. Thorax 2017) abbiamo ipotizzato che la percezione della dispnea potrebbe essere diversa nei pazienti con frequenti riacutizzazioni (≥2 riacutizzazioni o 1 ospedalizzazione per BPCO nell’anno precedente) o non riacutizzatori (≤1 riacutizzazione nell’anno precedente), identificando l’evento “riacutizzazione” mediante il trattamento antibiotico e/o steroideo o l’ospedalizzazione.
L’obiettivo dello studio è stato quello di confermare o meno l’ipotesi che la percezione della dispnea sia aumentata nei frequenti riacutizzatori e/o diminuita nei pazienti BPCO non riacutizzatori. Abbiamo confrontato la percezione della dispnea (utilizzando la scala di Borg) e le prove di funzionalità respiratoria (utilizzando la pressione di occlusione delle vie aeree 0,1 s dopo l’inizio dell’inspirazione – P0.1 – e la risposta ventilatoria all’ipercapnia – ΔVE/ΔPETCO2) in 34 pazienti con BPCO clinicamente stabili, di cui 14 frequenti riacutizzatori e 20 non riacutizzatori, con età, sesso, indice di massa corporea e grado di limitazione del flusso aereo simili.
Come gruppo di riferimento, abbiamo arruolato un gruppo di volontari sani (n=10) con età simile e spirometria normale. I risultati principali sono stati che a riposo, la P0.1 era più elevata nei frequenti riacutizzatori rispetto ai non riacutizzatori e ai controlli (p<0,01); rispetto ai controlli, la risposta ventilatoria all’ipercapnia era ugualmente attenuata sia nei pazienti riacutizzatori che in quelli non riacutizzatori (p<0,001); nonostante una spirometria sovrapponibile, durante la valutazione della risposta alla ipercapnia, il punteggio massimo della scala di Borg e la variazione del punteggio di Borg (ΔBorg) erano più elevati (p<0,01) nei riacutizzatori e inferiori (p<0,01) nei non riacutizzatori rispetto ai controlli. I risultati di questo studio confermano la nostra ipotesi di ricerca e mostrano che la percezione della dispnea durante la respirazione di CO2 è diversa nei pazienti BPCO con frequenti riacutizzazioni (aumentata) e in assenza di riacutizzazioni (attenuata). Queste differenze possono contribuire alla differenza di episodi riportati tra questi due gruppi di pazienti, pur essendo affetti dalla medesima patologia. I meccanismi alla base della percezione della dispnea negli esseri umani coinvolgono una complessa catena di eventi che richiedono l’integrazione corticale di diversi segnali afferenti/efferenti, in aggiunta a processi affettivi.
Le variazioni della meccanica polmonare sono un segnale afferente importante in questo sistema. Questo lavoro di ricerca dimostra che i pazienti affetti da BPCO presentano diversi stimoli inspiratori a riposo e diverse risposte percettive alla chemo-stimolazione, nonostante le simili anomalie nella meccanica respiratoria e nello scambio gassoso polmonare. Queste differenze nella percezione dell’intensità della dispnea in risposta a uno stimolo standardizzato possono avere importanti implicazioni cliniche poiché aprono la possibilità di interventi terapeutici potenziali nei percorsi che controllano la percezione della dispnea per migliorare la qualità della vita nei pazienti con BPCO. Questi risultati richiedono ulteriori ricerche sui substrati corticali per la percezione della dispnea.