Diletta Francesca Squarzanti
Come i probiotici si rivelano utili per la salute del cavo orale
La cavità orale umana ospita diverse comunità di microrganismi, scoperte da van Leeuwenhoek nel 1600 e oggi definite con il nome di “microbiota orale”. È possibile paragonare il microbiota orale ad una vera e propria “metropoli microbica”, comprendente oltre 700 specie batteriche diverse oltre che funghi, virus e archea, in cui ogni microorganismo occupa il proprio posto come gli edifici di un paesaggio urbano. Così come una città ha diversi quartieri con caratteristiche distinte, anche la cavità orale è caratterizzata da nicchie ben definite come la lingua, i denti e le gengive, ognuna delle quali ospita comunità microbiche uniche. Esse interagiscono tra loro e con l’ospite in un ecosistema complesso. Come l’armonia di una città dipende dalle interazioni tra i suoi abitanti, la salute del cavo orale dipende dal delicato equilibrio del microbiota orale. Fattori come dieta, fumo, igiene e uso di antibiotici possono alterarlo, creando un disequilibrio comunemente chiamato disbiosi.
In questa condizione, i batteri orali, tra cui Streptococcus mutans e Aggregatibacter actinomycetemcomitans, possono comportarsi da patogeni opportunisti, adattando il loro comportamento in base degli stimoli esterni, aumentando il rischio di causare infezioni o favorire l’insorgenza di malattie. S. mutans è tra i principali responsabili dell’insorgenza della carie dentale, mentre A. actinomycetemcomitans è tra le cause dello sviluppo della parodontite aggressiva ed è stato associato a patologie sistemiche come quelle cardiovascolari e infiammatorie.
I batteri lattici definiti “probiotici” sono conosciuti per i loro benefici per la salute umana, la sicurezza e la capacità di colonizzare non solo l’intestino ma anche diversi distretti corporei. Alcuni di essi hanno mostrato evidenze nel mantenimento della salute orale inibendo la crescita dei patogeni, riducendo l’infiammazione e promuovendo la crescita di batteri benefici.
Questo studio mira a investigare le proprietà antimicrobiche e antiadesive di specifici ceppi probiotici (Lactobacillus acidophilus PBS066, Lactobacillus crispatus LCR030, Lactobacillus gasseri LG050, Lactiplantibacillus plantarum PBS067, Limosilactobacillus reuteri PBS072, Lacticaseibacillus rhamnosus LRH020, Bifidobacterium animalis subsp. Lactis BL050, Lacticaseibacillus paracasei LPC 1101, L. paracasei LPC 1082 e L. paracasei LPC 1114; Synbalance srl) rispetto a S. mutans e A. actinomycetemcomitans. I saggi di inibizione della crescita dei patogeni sono stati condotti andando ad applicare il probiotico preventivamente rispetto all’infezione ed anche in modo contemporaneo, simulando così un’attività di prevenzione o di trattamento vera e propria.
Inoltre, è stata valutata la riduzione del numero delle colonie dei ceppi patogeni sopravvissuti in seguito al contatto coi diversi probiotici. Infine, i dati ottenuti sono stati confermati attraverso l’acquisizione di immagini al microscopio elettronico a scansione.
Tutti i ceppi probiotici testati hanno mostrato la capacità di contrastare la crescita di S. mutans e A. actinomycetemcomitans nei saggi di inibizione, sia nel modello preventivo sia in quello di trattamento. Considerando tutte le condizioni testate, i ceppi che hanno dimostrato la maggiore inibizione contro i patogeni in entrambi i modelli sono stati L. crispatus LCR030, L. gasseri LG050, L. plantarum PBS067, L. rhamnosus LRH020, L. paracasei LPC 1101, L. paracasei LPC 1082 e L. paracasei LPC 1114. Questi ceppi sono stati ulteriormente valutati per la loro capacità di ridurre l’adesione e la crescita dei patogeni presi in esame. L. plantarum PBS067, L. rhamnosus LRH020, L. paracasei LPC 1101, L. paracasei LPC 1082 e L. paracasei LPC 1114 hanno ridotto significativamente l’adesione di entrambi i patogeni, riducendo così la loro presenza e di conseguenza il rischio di formare biofilm. Dalle immagini ottenute tramite microscopia elettronica a scansione, si è potuto confermare che i ceppi probiotici hanno impedito l’adesione dei patogeni, prevenendo la colonizzazione e la formazione di biofilm. È noto da tempo che i probiotici sono in grado di supportare il microbiota intestinale permettendo un suo corretto funzionamento, promuovendo ad esempio la digestione e rafforzando il sistema immunitario.
In questo studio si è indagato un ambito ancora non molto conosciuto come quello dell’uso dei batteri lattici per la salute orale. In questa analisi, specifici probiotici si sono rivelati promettenti per il contenimento della crescita dei patogeni orali, riducendo anche la possibilità della loro diffusione ad altri distretti, anche distanti.
Ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere pienamente il loro meccanismo d’azione e convalidare la loro efficacia in contesti clinici. La supplementazione probiotica potrebbe quindi offrire un approccio complementare ai trattamenti convenzionali, promuovendo sia il benessere orale che di tutto l’organismo.