Stefania Volpe
Modelli multi-omici nel carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio iniziale trattato con radioterapia
ll cancro polmonare è la principale causa di mortalità cancro-relata; ed in particolare il carcinoma polmonare non a piccole cellule (Non-Small Cell Lung Cancer, NSCLC) rappresenta il sottogruppo più frequente di questo tipo di tumori. Recentemente, le iniziative di screening, rivolte soprattutto ai forti fumatori, hanno reso possibile la diagnosi in stadi più precoci di malattia, consentendo così ai medici di proporre trattamenti con finalità curativa, in cui l’obiettivo è la guarigione. Questo cambiamento fa sì che oggi, più ancora che in passato, sia imperativo affinare le nostre conoscenze della biologia tumorale, identificando fattori prognostici e predittivi che possano orientare al meglio le decisioni cliniche. Mente la prima opzione terapeutica nel NSCLC in stadio iniziale è oggi rappresentata dalla chirurgia, la radioterapia stereotassica (Stereotactic Body Radiotherapy, SBRT) si sta progressivamente affermando come modalità di cura alternativa grazie all’ottimo tasso di controllo locale a 5 anni, alla non-invasività, e alla relativa facilità di accesso. Un aspetto fondamentale della SBRT è la possibilità di somministrare in poche sedute (o frazioni) alte dosi al bersaglio, il cui movimento può essere seguito con precisione attraverso le diverse fasi del respiro del paziente. Tuttavia, le recidive linfonodali e a distanza restano una criticità rilevante. Identificare i sottogruppi di pazienti a più alto rischio di progressione di malattia consentirebbe quindi di rivolgere loro cure più intensive, che potrebbero, per contro, essere risparmiate ai pazienti con profilo di malattia più favorevole. In questo senso, una comprensione più profonda dello scenario immunobiologico dello NSCLC ha portato con successo all’utilizzo di nuovi farmaci negli stadi avanzati e metastatici di malattia. Mentre diversi studi stanno approfondendo il potenziale dell’immunoterapia nello stadio iniziale nei pazienti candidati a chirurgia, un focus specifico sulla SBRT è ancora agli albori. Tuttavia, considerando gli effetti della SBRT sul sistema immunitario, l’integrazione tra SBRT e immunoterapia è estremamente promettente.
MONDRIAN nasce in questo contesto clinico e di ricerca, proponendosi di integrare le conoscenze attuali con dati nuovi, quantitativi, provenienti dalle cosiddette discipline “omiche”. Queste comprendono ad esempio la genomica e la proteomica, ma anche la radiomica, che può essere definita come l’estrazione di parametri quantitativo dalle immagini radiologiche acquisite in ambito clinico. In generale, l’estrazione di tali parametri può avvenire da qualsiasi immagine radiologica in formato digitale; nel caso di MONDRIAN saranno utilizzate sia immagini TC (tomografia assiale computerizzata), sia immagini PET (tomografia a emissione di positroni). Integrate agli altri parametri qualitativi e semi-quantitativi delle immagini (quali ad esempio, la forma e l’entità della captazione del tracciante PET), le caratteristiche radiomiche hanno il potenziale di fornire una ulteriore caratterizzazione delle immagini radiologiche, come già suggerito da alcuni risultati preliminari di letteratura.
Oltre ai dati radiologici, come accennato, MONDRIAN utilizzerà anche informazioni derivabili dai campioni biologici (biopsie tissutali nel caso dei pazienti candidati a SBRT, e pezzo operatorio nel caso dei pazienti trattati con chirurgia), al fine di valutare l’eventuale associazione tra specifici pattern di espressione genica e proteomica, e una maggiore o minore sensibilità alla radioterapia.
In prospettiva, queste informazioni rappresentano elementi distinti ma complementari che, unificati tramite modelli avanzati, potrebbero condurre a una comprensione nuova della patologia nelle sue fasi più precoci.
In particolare, per consentire una migliore distinzione tra fattori prognostici (legati, quindi all’evoluzione di malattia) e predittivi (associati, invece, a una migliore o peggiore risposta ai trattamenti), lo studio prevede l’inclusione di pazienti trattati sia con SBRT sia con chirurgia, con un rapporto di 1:2, fino al raggiungimento di un campione totale di 270 pazienti. Trattandosi di uno studio osservazionale, entrambe le modalità di trattamento sono aderenti ai migliori standard di cura attuali, come indicato dalle linee guida nazionali ed internazionali. Attualmente, lo studio MONDRIAN è in fase di arruolamento presso l’Istituto Europeo di Oncologia IRCCS di Milano, grazie alla collaborazione tra le Divisioni di Radioterapia, cui afferisce la Dott.ssa Stefania Volpe MD, PhD e Chirurgia Toracica. Fondamentale, dato il carattere traslazionale e multidisciplinare del progetto, è inoltre l’apporto di diverse altre Divisioni diagnostiche e di gruppi di ricerca, quali Radiologia, Medicina Nucleare, Genomica, Proteomica, Statistica, Intelligenza Artificiale e Radiomica. Avviato a Settembre 2023, l’arruolamento ha raggiunto a inizio Maggio 2024 la quota di 50 pazienti.