Giancarlo Priori Architetto
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Il progetto per la chiesa cattolica della Madonna dei Sette dolori ubicata all’EUR risponde a tre aspetti fondamentali del progetto di architettura.
Il primo riguarda la correlazione con le esigenze della committenza e di conseguenza alla conformità con la “Nota pastorale della commissione episcopale” per la liturgia. Il secondo è strettamente legato al luogo che in questo caso è Roma e il terzo è relativo alla poetica di chi progetta. Nel progetto in oggetto è stato imprescindibile il riferimento al numero sette: la scelta di dedicare una chiesa alla Madonna dei Sette dolori deriva dauna richiesta della committenza che ha voluto celebrare l’ottocentesimo anno del suo primo altare.
Il numero sette ha numerosi significati simbolici nella numerologia cristiana. Nelle Sacre Scritture, innanzitutto, è il simbolo di Dio e della sua perfezione, sette però indica anche le virtù, i doni, i sacramenti, le opere misericordiose e tanto altro. La traduzione in termini figurativi e geometrici non poteva non ricadere nella scelta dell’ettagono quale figura generatrice di una serie di iperboli che si sviluppano sull’asse trasverso e sui fuochi.
La composizione è un montaggio di un’iperbole, rovesciata verso l’esterno, ripetuta lungo gli assi della figura ettagonale. La foggia diversa delle iperboli è in funzione dalle differenti esigenze liturgiche e architettoniche.
Le valve aperte verso l’esterno, tra gli asintoti, indicano una volontà di inclusione, di abbraccio totale di tutto ciò che è intorno, confacente con le motivazioni religiose e sociali dell’organismo chiesa.
A segnare l’ingresso sono i setti terminali di due rami dell’iperbole, convergenti e inclinati, che racchiudono la porta, tale immagine rimanda in filigrana al segno delle mani giunte in forma di preghiera e alla chiesa Unitaria di F. Li Wright.
L’interno è caratterizzato da un grande oculo che introduce ai frattali che studiano i domini del caos e dell’ordine; il disegno geometrico allude alla ripetitività e all’autosomiglianza e indica gli spazi destinati al popolo celebrante e alla mediazione trascendente.