Bacoli
Campania
Villa Ferretti col suo compendio è un complesso monumentale ubicato ai piedi del castello aragonese di Baia, tra il lato sud del parco archeologico sommerso e l’area marina protetta dei Fondali del Lacus Baianus, che si estende lungo tutta la costa interna al golfo di Pozzuoli. Posto, quindi, tra il Museo Archeologico dei Campi Flegrei del Castello e l’area archeologica del parco termale e della città sommersa di Baia, il Parco di villa Ferretti, con la spiaggia antistante e la villa ottocentesca stessa, si colloca al centro di un paesaggio unico tale da potersi definire la “porta” alla città sommersa dei fondali della Baia imperiale, sprofondata per oltre dieci metri per effetto dei fenomeni eruttivi e bradisismici. Un avamposto unico sulla linea fragile ed in divenire tra acqua e terra, il Parco circostante è articolato su terrazzamenti degradanti verso il mare e presenta preesistenze di una domus romana, forse appartenuta al politico e militare romano Cornelio Dolabella.
L’antica area urbana alta, la sola ora emergente dal mare, e l’area bassa, oggi tutta sommersa tra la punta del Fortino sotto il Castello e quello che fu il Lacus Lucrinus esteso nell’attuale mare molto più innanzi Punta Epitaffio, facevano di Baia, all’epoca di Augusto, una vistosa città, soggiorno frequente di numerosi membri della famiglia imperiale. L’architettura della villa ha un’origine tardo-ottocentesca: l’analisi di fotografie d’epoca mostra in suo luogo una preesistenza rurale forse residenza di pescatori poi sostituita dalla ben più elegante residenza estiva con parco e spiaggia privata della famiglia Ferretti, armatori d’origine genovese e imprenditori di fama internazionale. Dopo un buio periodo di degrado sotto il controllo di organizzazioni criminali la Villa è oggi luminosa testimonianza di riscatto sociale, politico e culturale: le sue attuali finalità sono tutte rivolte alla fruizione pubblica del parco e alla ricerca e sperimentazione scientifica.
La villa Ferretti e il suo compendio è uno dei beni confiscati alla criminalità organizzata ricadenti nel territorio di Bacoli. Da villa ottocentesca a scenario della malavita, da bene confiscato a parco e spiaggia pubblica, a sede universitaria e nuova tappa dell’itinerario archeologico dei Campi Flegrei: questo il processo avvenuto grazie ad un impegno costante degli ultimi anni teso a progettare interventi appropriati e attenti al contesto fragile di Baia. Tutti gli interventi sono stati possibili grazie ad una sequenza di finanziamenti regionali e statali che hanno creato le condizioni per riutilizzare il bene nel modo più “libero e giusto” da parte della comunità locale, ma anche della comunità scientifica che oramai si avvicenda negli spazi della nuova sede universitaria che ha oramai sede nella villa ottocentesca.
La villa è stata oggetto di un primo intervento di restauro e in particolare il parco ha visto il suo completamento nel 2016 con la prima apertura al pubblico come luogo per spettacoli all’aperto. Con un ulteriore finanziamento statale il doppio intervento sulla villa e sul tratto di costa, esposto ai marosi in modo continuo ed invasivo, è in fase di completamento con la nuova soffolta e la ricostruzione del basamento.
Attualmente è appena stata completata la progettazione definitiva dell’intervento di valorizzazione dell’area archeologica del compendio con i fronti scenografici su più terrazzamenti dell’antica villa imperiale. Si rileva che dal 2016 ad oggi accanto a questo progressivo recupero delle strutture e di ridisegno degli spazi aperti, nonché di messa in luce della ricchezza e complessità del segmento di linea di costa della Baia imperiale, si è aggiunto l’utilizzo, da pochi mesi, della villa ottocentesca a polo universitario della Federico II di Napoli.
Tale destinazione sta contribuendo non solo a garantire un uso pubblico di un bene confiscato e di un pezzo di paesaggio costiero flegreo unico, ma anche a far accrescere la consapevolezza della ricchezza dei valori che nei Campi Flegrei si concentrano, tappa obbligata del Gran Tour di ogni tempo.
Si sta oggi portando a compimento un progetto urbano integrato costruito per pezzi, un processo di liberazione, di rigenerazione urbana, sociale e ambientale, di ricerca e di ricostruzione storica e archeologica di un segmento di costa, reso possibile grazie ad un sempre chiaro obiettivo perseguito di valorizzazione e di restituzione alla collettività senza limiti territoriali.