Capoterra
Sardegna
Il territorio di Capoterra, che vanta lontane origini, disabitato per lungo tempo, fu ripopolato dal Barone Girolamo Torrelas nel 1655 col nome di Villa Sant’Efisio, in obbedienza ad una precisa disposizione del Re Filippo IV. Trova la sua collocazione geografica nella Fascia Costiera Sud-Occidentale del Campidano Sardo e, con i suoi 24.000 abitanti circa, fa parte della Città Metropolitana di Cagliari e dei Cammini Lenti di stampo culturale, religioso e turistico, quali quello di Sant’Efisio e di Santa Barbara. Il suo territorio, si estende, da un lato, sulla fascia litoranea che dalla Maddalena va a Cala d’Orri, e dall’altro, prosegue fino ai piedi di Monte Santa Barbara. Capoterra insieme alle sue zone residenziali, è diventata oggi uno dei centri di espansione più importanti a livello regionale. Grazie alla sua felice posizione territoriale, infatti, offre paesaggi alquanto suggestivi e di innegabile bellezza: da quello marino con il suo splendido litorale di Maddalena Spiaggia o Lido Di Capoterra, a quello montano, fino alle zone umide della Laguna di Santa Gilla, habitat naturale dei fenicotteri rosa. Nel territorio sono presenti numerose chiese tra cui quelle campestri di Santa Barbara del 1281 e di San Girolamo del 1615. Meritano menzione la Torre di Guardia di Su Loi del 1572, Casa Spadaccino del 1873, che ospita il CEAS col Museo della Laguna (MULAG) promotore delle bellezze territoriali e l’edificio storico che ha ospitato la caserma dei Carabinieri fino agli anni Ottanta, oggi finemente ristrutturato e sede della prestigiosa e innovativa Biblioteca con una sua Sala Convegni. Non va dimenticata Casa Melis del 1920, in pieno stile liberty, nata come casa padronale agricola e poi lasciata in eredità al Comune per farne la Sede Istituzionale e di Rappresentanza. Nel territorio comunale di Capoterra operano la Pro Loco per la tutela e diffusione delle tradizioni locali, ma soprattutto numerose Associazioni Sportive, da considerarsi un’eccellenza oltre che una ricchezza, per il loro impegno profuso mediante una didattica e istruzione delle discipline sportive, impartite presso il Palazzetto dello Sport e i numerosi Centri Sportivi.
Considerato che la virtù è una disposizione d’animo volta al bene, che consiste nella capacità di eccellere, si è ritenuto opportuno presentare all’attenzione di Comunitaliani, l’Azione virtuosa di inclusione sociale “dell’Infermiere scolastico”, proposta dalla Consigliera Silvia Cabras e fortemente sostenuta dalla nostra Amministrazione.
Partendo dal fatto che ogni anno in Sardegna vengono diagnosticati circa 120 nuovi casi di Diabete di Tipo 1 nella fascia di età tra i 0 e 14 anni e che un bambino ogni 150 è affetto da tale patologia, si è reso indispensabile consultare prima di tutto i Pediatri e dopodiché acquisire le testimonianze delle famiglie che vivono e affrontano quotidianamente tale problematica.
I risultati emersi dall’indagine, non confortanti, hanno portato l’Amministrazione ad intervenire in maniera immediata e tangibile, mettendo a disposizione i propri fondi comunali per il succitato Progetto, rivolto ai minori di età dai 0 ai 10 anni, affetti da Diabete di Tipo 1 e non autonomi nell’affrontare la terapia insulinica che comporta un controllo glicemico ed eventuale somministrazione dell’insulina.
Va segnalato che la scuola, non avendo l’obbligo di somministrare terapie, viene sollevata da tale responsabilità, comportando l’abbandono da parte di uno o più componenti familiari, del posto di lavoro, per provvedere al monitoraggio e alla conseguente terapia insulinica. Ciò comporta recarsi a scuola, generando di conseguenza problemi non trascurabili all’assetto famigliare.
Pertanto, l’obbiettivo del Progetto, si è tradotto in un’azione di supporto tecnico, logistico, economico, sociale nonché psicologico alle famiglie coinvolte, assicurando in questo modo la presenza della figura sanitaria con il compito di gestire tutto l’iter relativo al controllo, monitoraggio ed eventuale intervento nei confronti dei discenti.
L’attuazione del Progetto ha decisamente ottenuto i risultati sperati mettendo i bambini nelle condizioni di avere, all’interno della struttura scolastica, un approccio molto più sereno con la loro patologia e producendo, di conseguenza, un sostanziale nuovo equilibrio all’interno del nucleo famigliare d’appartenenza.