Rocca d’Arce
Lazio
ROCCADARCE è un paese tra i più antichi della regione Ciociaria e non solo. Ricco di memorie storiche, particolarmente eminenti nell’età Volsca e medioevale.
Rocca dei Volsci, Arx Volcorum, perché fu occupata e fortificata dai Volsci, circa quattrocento anni prima di Cristo. Monte Arcano perché sorta sul colle che ai tempi di M.Tullio Cicerone si chiamava Arcanum, nei cui pressi Quinto Cicerone aveva una villa. Questa Rocca o Arx, in realtà, fu la Fregellae dei Volsci, o Oppidum Fregellanum, distrutta dai Sanniti. Fu poi ricostruita dai Romani, nel 328, ma più a Ovest, sul colle di Opi, tra l’attuale Isoletta di Arce e Ceprano.
Le origini più arcaiche di Rocca d’Arce risalgono alla preistoria, di cui si conservano brevi tratti di mura ciclopiche.
L’età storicamente più importante fu nel Medio Evo, quando sorse il Castello, che costituì per lungo tempo la “Chiave del Regno”, per la sua posizione strategica: chi voleva conquistare il Sud, al di là dello Stato della Chiesa, doveva necessariamente assicurarsi il possesso del castello di Rocca d’Arce, oltre alle roccaforti di confine. Nelle alterne vicende della storia medievale, Il Castello di Rocca d’Arce fu posseduto dai Longobardi, dagli imperatori della Casa Sveva, dai duchi di Benevento, dai conti di Aquino, Montecassino, dai Normanni, dal Papa, dagli Angioini, dai Signori Cantelmo Della Rovere e Boncompagni. Tra i castellani e difensori strenui del Castello di Rocca d’arce ricordiamo Matteo Borrello, Diopoldo, Raone di Azio, Federico Lancia.
Ai tempi del Conte Diopoldo, Rocca d’Arce costituì un piccolo Stato, steso fino a Fondi ed Acerra, verso Napoli. Dal suo Castello Diopoldo amministrava la giustizia, emanava editti, imperava col suo esercito. Tra i personaggi che sostarono nel nostro Castello, ricordiamo l’Imperatore Federico II, che a Rocca d’Arce avrebbe conosciuto Bianca Lancia, da cui si ritiene aver avuto il figlio naturale Manfredi.
CAMPUS EUROPEO DELLA SCULTURA. IL CANTO DELLA MONTAGNA PER LA PACE TRA I POPOLI ATTRAVERSO L’ARTE .IL MONUMENTO DELLA CONOSCENZA
Artisti di varie parti del mondo hanno realizzato opere scultorie scolpite sulla roccia, volte ad arricchire i luoghi significativi, sotto la direzione artistica del Maestro Vincenzo Bianchi, artista contemporaneo di fama internazionale.
Nel suggestivo scenario di Rocca d’Arce gli scultori hanno espresso le sensibilità artistiche, incidendo il loro specifico segno su temi di fratellanza e di pace.
Le sculture realizzate rappresentano volti che urlano il bisogno di pace e gridano il dovere di una civile convivenza e di una fratellanza tra i popoli. E da confini diversi del mondo sono arrivati artisti a raccogliersi nello spirito del luogo per suggellarlo sulla pietra in una commistione di sacrificio e rispetto.
E’ stata portata a termine l’opera ”IL MONUMENTO ALLA CONOSCENZA”, scultura alta cinque metri, in pietra marmorea, realizzata dal Maestro Vincenzo Bianchi, su cui sono incisi i nomi dei Comuni della Provincia di Frosinone, collocata all’ingresso del paese e inaugurata alla presenza del Presidente del Parlamento Europeo On. Antonio Tajani.
”IL CAMPUS EUROPEO DELLA SCULTURA”, si propone, quale progetto ampio, di apportare un ulteriore contributo a quello che la storia di questa cittadina ha già dato per il rafforzamento della democrazia ed il rispetto delle diversità religiose, politiche, culturali.
I lavori continueranno ad integrarsi con quelli realizzati, mantenendo come tema guida la conoscenza, l’unione tra i popoli e l’opposizione a qualsiasi guerra. Nel percorso ideale che Rocca d’Arce va scegliendo per sé, il progetto del campus rappresenta il cuore pulsante della vita culturale del paese per vivere e proiettarsi nel territorio nazionale ed internazionale.
Il contatto continuo con gli artisti e con le opere d’arte realizzate sulla roccia, di particolare unicità, attira visitatori da ogni parte, ne affina lo spirito in uno scenario di grande respiro contribuendo ad una utilità collettiva.
E’ venuta a maturazione, nell’ambito del territorio rocchigiano, l’idea di creare un fregio proiettato nel futuro, attraverso la narrazione di un racconto da incidere sulla pietra, delle sue montagne, dove è racchiusa ancora l’eco del silenzio dei caduti per la libertà.
L’intero centro storico si arricchirà di segni, opere ed attività capaci di valorizzare ambiti architettonici minori, e di significare più propriamente monumenti storici maggiori.