ROSSIPRODI ASSOCIATI S.R.L.
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Il progetto è nato pensando al dolce velo della Vergine; l’accoglienza espressa dalla curva concava della facciata, si replica nelle forme morbide dello spazio interno e nella sagoma di una cupola appoggiata dolcemente sull’aula principale.
Esternamente lo stesso concetto informa tutta la progettazione, difatti un segno unico rilega tutte le parti del complesso.
La facciata si inflette, per attrarre l’attenzione e i flussi dei fedeli, le sue ombre formano un segno evocativo, interrotto da un olivo (salvato tra quelli preesistenti) che ricorda la pace e la ritrovata alleanza con la natura.
Alcuni segni fondamentali denotano all’esterno la vocazione dell’edificio, come l’ampio sagrato, la facciata concava, la cupola sezionata e il campanile che svetta; sono tutti pensati per essere visibili da più direzioni e guidare il fedele nel suo cammino verso l’edificio religioso.
Il desiderio di esprimere Grazia femminile e materna accoglienza ha guidato le scelte formali sia per gli spazi esterni che interni.
I segni minori, invece – alcune aperture, i passaggi, la corte e altre variazioni volumetriche – desumono dalla Calenzano storica la misura e il carattere.
Il colore, chiaro, cerca di trasmettere un’idea di purezza, appena ravvivata dal colore caldo di infissi e persiane.
Vengono ripercorsi gli archetipi dell’edificio religioso: sagrato, facciata, cupola, campanile, il salone, un androne, una corte.
All’interno l’aula sviluppa quella tensione fra spazio longitudinale e spazio centrale, fra forme quadrilatere e circolari, che attraversa tutta la nostra cultura; l’asse verso il presbiterio fissa la vista e il procedere, ma anche dal basso verso l’alto la conformazione spaziale passa dalla geviert alla centralità sinuosa e alla luce, che apre la copertura e proietta i suoi raggi sui fuochi della liturgia.
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