STUDIO BAIETTO BATTIATO BIANCO ARCHITETTI ASSOCIATI
Torino
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Il dibattito sulla conservazione e sul recupero del Moderno ha interessato e interessa da ormai un Il dibattito sulla conservazione e sul recupero del Moderno ha interessato e interessa da ormai un trentennio le principali culture europee, lasciando in sospeso il giudizio critico sui caratteri della salvaguardia e sui valori che questa dovrebbe riconoscere nei singoli casi: distributivi, compositivi, stilistici. Teorie non sempre convergenti che accendono la dialettica fra posizioni di intransigente adesione al manufatto originario e aperture a misurati interventi di modifica. E a Torino, negli ultimi anni, le occasioni in cui contrapporre rassicuranti proposte conservative a più coraggiosi interventi di modificazione non sono mancate: conclusa la stagione delle trasformazioni urbane promosse dal piano regolatore – le spine – e delle grandi opere del periodo olimpico, un nuovo fronte di divisione riguarda la futura trasformazione di alcuni fra i più significativi complessi architettonici del XX secolo, per una loro riproposizione, anche in termini di destinazione, all’interno di uno scenario urbano e sociale profondamente mutato rispetto al periodo della loro realizzazione. Fra le opere individualmente più conosciute rientra anche Palazzo Guano, con una sua storia, più autonoma rispetto agli altri esempi, opera del 1930 degli architetti Giuseppe Pagano Pogatschnig e Gino Levi Montalcini, in corso Vittorio Emanuele 11, angolo via della Rocca, sede degli uffici della società SNIA di Riccardo Gualino. Il progetto riguarda la trasformazione dell’edificio, vincolato dalla Soprintendenza, da terziario a residenza, con contenuti interventi di adeguamento e misurate addizioni distributive. L’opera ha ottenuto la certificazione Leed for Homes. A fronte ad uno scenario complesso, fatto di storia, di valori da ricercare fra i caratteri permanenti dell’architettura, ha prevalso un atteggiamento di tipo interpretativo, ermeneutico, dove gli interventi, quando non di restauro, cercano relazioni di compatibilità con il materiale d’origine.
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