Cherubino Gambardella
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Il Palazzo reale di Caserta costituisce un unicum architettonico e paesaggistico, manufatti di scarsa qualità architettonica sono sorti nelle immediate vicinanze della Reggia compromettendone l’affaccio.
Il vincolo paesaggistico ha contribuito ad arginare questo fenomeno quando, però, le alterazioni erano già consistenti.
Questa, è una occasione particolare: si tratta di recuperare un manufatto di scarso valore architettonico per trasformarlo in un sito istituzionale di alto prestigio: la sede del Rettorato dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”.
Si è preferito ridurre l’impatto ecologico e ambientale riformulando una nuova sagoma che riprende il basamento del bellissimo Politecnico di Napoli realizzato da Luigi Cosenza, Marcello Picone e da giovani allievi.
Le demolizioni dell’esistente sono state ridotte al minimo annullando praticamente il trasporto al rifiuto e concependo un vero e proprio packaging scenografico che nasconde il vecchio capannone all’interno delle nuove quinte bianche.
La logica dell’intervento è quindi, innanzitutto, quella di un restauro paesaggistico e di una integrazione del volume nell’area restituendogli un ordine visivo che ben si accorda con la presenza del monumento vanvitelliano.
Lo spazio interno è strutturato in un atrio con sala conferenze, due livelli di rappresentanza per il Rettorato, Direzione Generale, organi collegiali, uffici, sale riunioni e servizi, tutti retti da un percorso interno illuminato dalla traccia degli shed esistenti sostituiti con elementi simili di nuova generazione.
L’auditorium è una cavità segnata da squame luminose da pareti rigate oltre che da un pavimento in parquet con inserti in alluminio spazzolato.
I corpi scala, divengono grazie alle singolari ringhiere, delle elaborate gabbie espressive che conducono rispettivamente alla Direzione Generale dell’Ateneo come al ristorante che terrà insieme docenti, amministrativi, e studenti in una scansione speriamo delicata del tempo del sapere.