Ipostudio architetti
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Il progetto riprende gli allineamenti delle giaciture degli edifici preesistenti per inserirsi senza fratture all’interno del paesaggio costruito della zona di Careggi, nella parte nord di Firenze, e cerca allo stesso tempo di instaurare nuove relazioni e scorci prospettici con le più importanti masse architettoniche presenti.
La Casa dello studente “Calamandrei” esistente è un elemento-simbolo dell’area universitaria, con le quattro torri che danno luogo ad uno skyline articolato: l’intervento, con la nuova torre e l’edificio lineare, si inserisce nell’area universitaria tra viale Morgagni e il torrente Terzolle, realizzando un unico grande “Campus” a servizio degli studenti.
Su di un podium che ne costituisce la base unitaria, si ergono due manufatti: la torre di 45 m, uno degli edifici più alti di Firenze, e l’altro, posto lungo il Terzolle, l’edificio basso destinato al DSU (Diritto allo Studio Universitario). Una piazza pedonale – posta alla quota di +0,70m – è al centro dei due edifici. Da essi si gode una vista straordinaria sul paesaggio, sia verso la città con al centro la Cupola, sia verso le colline circostanti. Il progetto si è concentrato
soprattutto nel realizzare stanze luminose aperte su questo paesaggio.
La caratterizzazione principale dell’architettura di questi edifici è rappresentata da uno schema semplice e rigoroso che esalta il ruolo delle grandi finestre.
La singolarità è data dai bow-window che caratterizzano lo spazio interno di ogni camera e, di converso, realizzano all’esterno una distonia dinamica, pur nel disegno severo e rigoroso delle facciate. Una “finestra tipo”, che diventa anche oggetto di arredo della stanza stessa, attenta alla condizione di vita di chi la abita, articolata in modo da realizzare elementi d’appoggio, utili per lo studente.
La torre, e i fronti dei due edifici rivolti verso la piazza, sono completamente rivestiti da un mosaico di tessere bianche, care alla tradizione dell’architettura italiana. La scelta del materiale ceramico per il rivestimento discende dalla volontà di restituire un aspetto metafisico, sfaccettato, mutevole alla luce, che renda la torre un elemento riconoscibile nel paesaggio urbano.