ALESSANDRO TOLOMEI
Roma
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Il quartiere “della Vittoria”, 15° municipio di Roma, è famoso per essere il punto di incontro di più aspetti della città laziale: si può passeggiare lungo il Tevere, godendo della vista di Ponte Milvio, perdersi alla ricerca di antiche chiese e palazzi dei patrizi romani del ‘500 tra cui spicca Villa Madama, oppure dedicarsi ad un momento di pace nella natura, all’interno della riserva di Monte Mario, al cui centro sorge il fortino militare dei primi dell’800. In questa cornice si inserisce l’appartamento progettato dall’architetto Alessandro Tomei. In 100 mq il progettista ha fatto convivere lo stile liberty con quello razionalista e moderno che si richiede da un appartamento metropolitano. Attraverso gli assi vivi, Tomei ha senza dubbio raggiunto l’obiettivo di realizzare una casa che non solo fosse comoda e vivibile ma anche luminosa, con spazi ben proporzionati che permettono così di suddividere gli ambienti anche per mezzo di separazioni formali, come ad esempio le ampie vetrate che al tempo stesso coinvolgono lo studio e la zona giorno. Appunto, lo studio: entrando in casa si ha subito la visuale su di esso che pure è l’ambiente più lontano, e che resterebbe relegato in un angolo se non fosse per la grande vetrata in ferro lavorato. È uno studio compatto, dove niente è stato lasciato al caso e dove non v’è nulla di superfluo: solo ciò che serve a lavorare. Un piano bianco, una sedia bianca e una lampada bianca, compongono uno studio essenziale, il cui spazio sembra espandersi grazie alla luce naturale data dalla finestra. Il disimpegno porta direttamente dall’entrata all’arioso soggiorno in cui domina la travatura a vista, elemento che meglio esprime il gioco di contrasti su cui si basa il progetto: la centralità e la conseguente impossibilità di nascondere questo elemento strutturale, hanno dato modo al progettista di reinventare la stanza scegliendo di mostrare ciò che non si vede, di mettere a nudo questi sostegni in cui si notano anche le tracce lasciate dalle sagome guida. Il contrasto passa nella scelta dei materiali: da una parte il ferro lavorato e cemento a vista – quasi volendo rimandare ai lavori di Giancarlo De Carlo – dall’altro un rivestimento pavimentale in rovere, con travi del 1500. La posa con il taglio a “spina Francese” si dipana lungo la cucina, separata dal soggiorno sempre per mezzo delle ampie vetrate, e anche nella zona living dove il tema principale è la simmetria, nella disposizione dei due divani – affrontati – nella scelta della disposizione delle librerie e dei complementi d’arredo: tutto nel salotto gioca con la specularità. Lo schema di posa del parquet viene però modificato nella camera padronale, dove l’ambiente si restringe molto: attraverso una disposizione dei listoni sul lato lungo, al dialogo tra il rovere e la luminosità del colore bianco delle pareti e ad un arredamento minimo, la stanza assume un maggior respiro e lo spazio – seppur solo prospetticamente – si amplia.
Il contrasto cromatico non è solo legato all’arredo, murature e pavimentazione, ma anche agli elementi che vanno a comporre le strutture delle stanze: tutti gli elementi in ferro che virtualmente sarebbero racchiusi dalle pareti, sono lasciati nel naturale colore nero, mentre tutti quelli che aggettano dalle pareti vengono ricolorati di bianco. Allora, vetrate di studio e cucina, continuazioni virtuali dei muri in cartongesso rimangono del colore originale. Di contro le libreria della zona living, realizzate con lamiere di 4mm, diventano bianche, continuando nella scelta cromatica che identifica questo appartamento. Anche l’illuminazione è parte di questo gioco di contrasti ed armonie: la collezione di lampade del committente si integra nel nuovo arredamento e nei nuovi colori della casa. Tomei si è superato mettendo in relazione ambienti e lampade considerando il potenziale dialogo attraverso l’analogia, come la lampada da ufficio nello studio, o la contrapposizione, come avviene per il lampadario a sfere all’ingresso. Il risultato finale è una serie di spazi i cui tratti distintivi sono il bianco e la luminosità ottenuti non dalla presenza di qualcosa ma anzi dalla mancanza di ingombri ed oggetti superflui.