ARKYstudio
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La cantina è costituita da due corpi di fabbrica adiacenti e comunicanti, destinati a contenere, l’uno, le attrezzature necessarie alla vinificazione ed invecchiamento del prodotto finito e, l’altro, le attrezzature agricole.
I due volumi si articolano attorno al vano tecnico posto al centro del complesso.
La cantina è costituita da due corpi di fabbrica adiacenti e comunicanti, destinati a contenere, l’uno, le attrezzature necessarie alla vinificazione ed invecchiamento del prodotto finito e, l’altro, le attrezzature agricole. I due volumi si articolano attorno al vano tecnico posto al centro del complesso.
Sfruttando il naturale andamento in sezione del terreno, i fabbricati sono stati completamente interrati. I due corpi sono allineati secondo un asse longitudinale Nord-Sud, e leggermente ruotati l’uno rispetto all’altro in maniera da assecondare il movimento circolare della collina.
Alla sommità sono accompagnati da una pensilina rivestita in acciaio corten che, segno grafico oltre che funzionale, segue lo sviluppo dei fronti con autonomo e differenziato sviluppo narrativo.
L’obiettivo progettuale, teso alla sostanziale “integrazione” con i luoghi, si fonda essenzialmente su due principi.
Il primo trae ispirazione dalla cantina tradizionale, storicamente di piccole dimensioni, proporzionata alle capacità produttive dell’azienda agricola, più capace di esprimere l’identità dei luoghi.
La cantina è progettata in maniera “essenziale”, quale mero luogo di trasformazione e conservazione dei vini, badando alla funzionalità, e limitando l’esercizio della forma allo stretto indispensabile.
Il secondo principio rimanda direttamente alle tecniche costruttive, sia per quanto concerne il posizionamento della cantina rispetto al contesto, sia per quanto concerne i materiali utilizzati.
L’interramento della cantina riduce al minimo l’impatto ambientale dell’opera nella percezione del paesaggio agrario, favorisce la creazione di un microclima interno, ideale per l’invecchiamento dei vini, e contribuisce alla riduzione dell’impegno energetico per la climatizzazione.
Il processo di integrazione condiziona, infine, la scelta dei materiali utilizzati. E così la pietra locale proveniente dagli sbancamenti è qui adottata per il rivestimento di tutte le superfici esterne.
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