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L’edificio della Hall d’ingresso al nuovo Ospedale del Mare cerca l’integrazione della grande struttura ospedaliera con la città, in continuità con lo spazio pubblico della piazza. Il rivestimento esterno è costituito da un sistema di pannelli in vetro e cemento fibrorinforzato in toni di colore variabili da blu al verde, che seguono linee spezzate con diverse inclinazioni, movimentando la facciata che si presenta così decostruita nel senso orizzontale.
L’interno del volume cilindrico è articolato da elementi architettonici che ne organizzano e qualificano lo spazio: solai forati da grandi buchi e un grande cilindro vetrato permettono alla luce di invadere gli interni sui tre livelli.
Luce che al piano terra attraversa le lastre vetrate della facciata e filtra all’interno colorandosi.
Gli spazi interni sono definiti dalla continuità del materiale e dalla fluidità della forma. La corona di funzioni insediate nella Hall viene delimitata da pareti vetrate interne a tutt’altezza con moduli curvi, come curvi e vetrati sono i limiti dei fori circolari nei solai.
Con un gradiente di trasparenze, gli spazi di servizio si aprono e si chiudono sul grande vuoto centrale dei due piani della Hall. La hall rimanda a luoghi accoglienti e contemporanei e attenua l’impatto con la funzione ospedaliera.
Uno spazio molto luminoso e aperto, quasi rarefatto, dove le superfici orizzontali e verticali diventano un piano unico che si deforma.
I tagli circolari sono leggermente sfalsati all’intradosso e all’estradosso di solaio, creando una sfocatura impercettibile che ha la forza di destabilizzare la percezione del luogo.
Tutti i sistemi del costruire rispondono alla dinamica e al principio di sottrazione di materia: i pilastri sono cilindri snelli, esili piatti accoppiati sostengono i grandi lucernai, vetro opaco e trasparente da forma alla forma fluida delle pareti interne.
Disegnare la piazza di fronte alla hall d’ingresso è l’occasione per completare l’umanizzazione del nuovo ospedale, creando un luogo di attesa in cui si vivono e condividono diverse emozioni. In questo caso l’architettura diventa riparo fisico ma anche psicologico: le pensiline rappresentano il rifugio primordiale che fa nascere un senso di protezione.
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