LB STUDIO DI ARCHITETTURA
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L’idea di trasformazione che informa il progetto è in questo caso legata all’evento “metamorfosi”, dove grazie alla forte necessità di avere altri spazi per l’esposizione di opere d’arte e per l’organizzazione di eventi culturali, parte del paesaggio urbano di Teramo compreso, tra l’area di progetto piazza Garibaldi -Villa Comunale, cambia ed acquista una nuova figurabilità urbana.
Un’architettura pensata come atto informale, dove la materia è la sua cifra principale, grazie alla quale i suoi elementi portanti e portati acquistano profondità e flagranza.
La materia non più veicolo fisico della forma, ma la forma subordinata alla materia: il vetro, il corten, la vegetazione e l’asfalto colato.
Quest’ultimo materiale come richiamo costante al sentimento sotterraneo, al buio della profondità ipogea, come le combustioni e il cuoio cucito delle composizioni di Burri, evocano i segni e le cromie della zolla di terra o degli eczemi minerali trasfigurati nel progetto in lastre di acciaio corten ossidate che rivestono per tutto il perimetro il pacchetto di copertura, mentre all’interno della Villa la metamorfosi si manifesta con la realizzazione di un volume completamente vetrato spiraliforme a richiamare l’immagine delle piante ornamentali dei giardini all’italiana modellate secondo i dettami dell’arte topiaria.
La sala ipogea sotto piazza Garibaldi, pensata per ospitare eventi artistici -culturali rappresenta il primo “fuoco” del sistema ipogeo, per dirla alla K. Lynch, della nuova immagine della città :”Teramo città della Cultura”.
Questo spazio ipogeo -“centrifugo” -è relazionato con il percorso “vettoriale” del sottopasso esistente grazie a un nuovo spazio connettivo: “il nodo” foyer.
Il sottopasso esistente quindi è prolungato in modo che dal centro città si possa raggiungere a piedi l’interno della seconda nuova sala ipogea altro “nodo” da cui è possibile entrare negli ambienti espositivi della Pinacoteca, oppure uscire, direttamente nella Villa Comunale.
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