Roccalumera
Via Mons. F. M. di Francia snc – 98027 – Roccalumera
Tel. 094 2744950
servizi.sociali@comune.roccalumera.me.it
Etimologicamente, Roccalumera deriva dal cognome della famiglia La Rocca e dal nome della contrada “Lumera” o “Alumera”, cosiddetta per la vicinanza alle miniere di Allume. Paolo La Rocca, cavaliere di S. Giacomo della Spada, sposò, sul finire del ‘500, Caterina Settimo Paruta, da cui ebbe un figlio, Giovanni, che a sua volta sposò Isabella Lanza Abbate, vedova di Antonio Colonna Romano, barone di Fiumedinisi. Isabella ereditò dal marito defunto il bosco di S. Michele, portandolo in dote al marito. Per effetto di questo matrimonio, il La Rocca riunì i due territori limitrofi, dando origine alla terra di Roccalumera. Il nucleo originario del paese divenne il borgo di San Michele. Roccalumera, durante il feudalesimo, fu sotto il dominio di vari feudatari: La Rocca, Ardoino e, infine, Stagno. Dopo la costruzione dell’Universitas, a “Roccae Alumarie” fu concesso il titolo di Marchesato. Diventa comune autonomo nel 1816. Il Comune di Roccalumera viene ricordato anche per la figura di Salvatore Quasimodo, premiato con il Nobel per la Letteratura nel 1959. Il Poeta ha preso spesso spunto dalla paesaggistica roccalumerese: ad esempio, ha scritto la sua prima lirica sulla spiaggia della cittadina jonica e, successivamente, tra le tante poesie, una in particolare è stata composta prendendo come riferimento la “Torre Saracena”, uno dei simboli del paese, dal titolo “Vicino a una Torre Saracena, per il fratello morto” del 1957.
Il Comune di Roccalumera ha promosso il progetto “Leg@lab”, che ha come destinatari minori tra i 6 e i 14 anni e mira a creare uno “spazio” in cui vengano rappresentati la normalità, i valori, il giusto, la legalità quali modello di esempio, di confronto e di monitoraggio.
La proposta è quella di prevedere interventi al fine di promuovere il corretto stile di vita, inteso non come promozione di un generico “star bene” ma come occasione per fornire adeguati strumenti per essere in grado di affrontare situazioni di difficoltà e rischio.
La base di partenza è rappresentata da un immobile da destinare a centro di aggregazione e laboratorio sociale.
Si tratta di un bene confiscato alla mafia e assegnato al Comune di Roccalumera che sarà, non appena reso fruibile dati gli interventi tecnici da effettuare, utilizzato per i giovani a rischio devianza ed emarginazione. Il nostro territorio vede crescere situazioni di svantaggio collegate alla crisi economica, alla disoccupazione e all’aumento dell’immigrazione. Tutti fattori che rendono vulnerabili numerosi nuclei familiari.
Il fine del progetto è quello di divulgare la cultura della legalità contro la microcriminalità e il bullismo e ridefinire percorsi di reinserimento dei giovani svantaggiati.
Il Centro è un punto di accoglienza di giovani vittime di disagio e immigrati che prevede: ascolto dei giovani, creazione di un clima di fiducia e valorizzazione delle capacità di rendere i giovani protagonisti della propria ricostruzione.
Il laboratorio sociale prevede spazi in cui sperimentare e stimolare i giovani, il loro talento, le loro competenze, le loro capacità, la loro intelligenza e la loro intraprendenza. Tra i laboratori, spicca quello all’educazione, al lavoro, all’autoimprenditorialità e alla cultura d’impresa.