Enna
Sicilia
I primi abitanti di Enna arrivarono nel suo territorio nel lontano 8000 a.C., stanziandosi nelle immediate vicinanze del Lago di Pergusa.
Tra le popolazioni che più di tutte lasciarono la loro impronta nella città di Enna vi sono i Sicani durante la cui epoca, intorno al II secolo a.C., furono edificate alcune delle più importanti opere architettoniche di Enna, tra cui una perfetta cinta muraria che circondava la città. L’arrivo dei Greci a Enna rappresentò un importante passo in avanti verso la crescita della città. Furono i Greci a dare forma al culto religioso verso le divinità pagane, promuovendo la fede verso Demetra. Nel 307 a.C. i Romani presero possesso della città definita il “granaio della Sicilia”. Durante la guerra servile Enna fu il centro della rivolta diretta da Euno, il quale tenne la città per due anni. Durante gli ultimi anni del I sec. Enna sarà tra le città saccheggiate dalle rapine del pretore Verre e vedrà l’arrivo di Cicerone che descriverà i luoghi con grande dettaglio nelle sue “Verrine”.
Caduto l’impero romano, passata la parentesi gotica, Enna, oramai conosciuta come Castrum Hennae, diverrà bizantina passando nell’859 sotto il dominio arabo. Con gli arabi la città assumerà una veste del tutto nuova con un tessuto urbano interamente rinnovato. Sarà capoluogo di una “Taifa” sino alla conquista normanna. Federico II di Aragona ne fece il suo quartiere generale e la sua residenza e vi costruì un castello: qui nel 1314, egli assunse il titolo di re di Trinacria, e nel 1324 volle che si riunisse in Enna il parlamento siciliano. Con Federico III d’Aragona la città sarà sede della corte reale e vedrà la costruzione della bella chiesa Madre e di tanti palazzi nobiliari gotico catalani. Dalla fine del XVIII sec. ma soprattutto con il XIX la città vedrà il boom della produzione dello zolfo con la apertura di centinaia di miniere piccole e grandi. Dimenticata dai Borboni si riscatterà nel 1926 con l’elevazione a capoluogo e il ritorno all’antico nome.
Il Museo del Mito di Enna rappresenta un unicum nel suo genere. Primo museo in Italia interamente multimediale dove il mito, elemento dal valore universale, aggregante e capace di attraversare il tempo, grazie all’impiego delle più avanzate tecnologie viene tradotto in un linguaggio contemporaneo e accessibile a un ampio pubblico.
Il progetto, nato per recuperare e valorizzare l’area archeologica della Rocca di Cerere e del Castello di Lombardia attraverso una sinergia unica tra tradizioni e tecnologia, restituisce alla città un luogo dall’alto valore identitario, promuovendo al contempo un modello innovativo di fruizione di beni e contenuti artistici nel rispetto della portata storica ed espressiva degli stessi.
Grazie alla collaborazione tra storici, archeologi, architetti, docenti, ricercatori e guide naturalistiche, la collaborazione con l’artista siciliano Ligama che offre il suo sguardo astratto e figurativo reinterpretando segni simboli e volti del mito e la partecipazione in qualità di voce narrante di Neri Marcorè, è stato possibile trasformare in codici nuovi e accessibili antiche fonti letterarie e iconografiche.
Uno dei simboli di Enna e della Sicilia antica grazie al Museo del Mito diviene così un luogo di riferimento per la vita culturale della città, uno spazio di condivisione e integrazione destinato a ospitare incontri ed eventi e ad innescare uno sviluppo eco-sistemico dell’intera area.
All’interno del percorso museale i visitatori saranno accompagnati in un tour esperienziale immersivo e totalizzante in grado di fondere il mito di Demetra e Kore-Persefone, la sua portata espressiva e simbolica, a temi contemporanei dal forte valore sociale quali il ruolo della donna, la parità̀ di genere, l’immigrazione e l’integrazione.
Il mito di Demetra e Kore-Persefone, affonda le sue radici nell’epoca classica e diede alle comunità antiche la possibilità di interpretare il ciclo delle stagioni e di affidare alle due divinità femminili l’indispensabile pratica della cerealicoltura.
Le fonti classiche, greche e romane, localizzarono il mito nel cuore della Sicilia, in prossimità dell’antica città di Enna, dove si ritrovano i principali luoghi dove si consumò il celebre ratto.
Al fine di garantire la sostenibilità ambientale dell’intero progetto è stata creata un’area verde che accoglie alberi di Melograno e Carrubo per compensare dell’emissione di CO2, mentre tutti gli allestimenti sono prodotti con materiali riciclati e totalmente riciclabili.