Limena
Veneto
Lo stemma Del Comune di Limena è riconosciuto con Decreto del Capo del Governo in data 10/04/1936 riproduce il blasone dei signori locali “I da Limena” possedevano in queste terre un fortilizio, ricordato anche nel Codice Capodilista e sarebbero discesi da stirpi reali. Una leggenda narra che il capostipite sia stato un certo Drago, conte del castello di Saura, uno dei quaranta soldati di Rinaldo da Montalbano banditi da Carlo Magno. La famiglia giunse con il tempo ad occupare un ruolo rilevante nel contesto padovano aggiungendo ai propri possedimenti quelli di “Villa di Ottavo” (l’odierna Tavo, frazione del vicino Comune di Vigodarzere). Successivamente i territori della famiglia passarono ai da Scintilla che nel 1196 avevano giurisdizione su Tavo ove eressero un castello. Nel 1081 “i da Limena” furono tra i componenti del Consiglio di Padova e quattro di loro, secondo l’Ongarello, divennero consoli. Tra i discendenti non possiamo dimenticare Arnaldo, abate di Santa Giustina, onorato con il titolo di beato e nemico acerrimo del tiranno Ezzelino da Romano (secolo XIII). Il Giustiniani annovera inoltre il beato Pietro, XXXI vescovo di Padova (567-594).
Tuttavia è improbabile che già allora esistesse la famiglia da Limena. Anche l’estinzione della famiglia è quanto mai nebulosa. Lo stemma civico venne accettato dalla Commissione Araldica delle Venezie nel 1931 pur riferendosi totalmente ad una nobile casata, in quanto era in uso “ab immemorabili” e scolpito in pietra sopra l’ingresso del Municipio risalente al 1889. Di recente è stato confezionato un originale gonfalone “troncato di bianco e di giallo”, colori conformi alla normativa, tuttavia lo stendardo in stoffa presenta licenze, come la figurazione stilizzata dei fiumi Brenta e Brentella. In sede di ufficializzazione del gonfalone (DPR 27/12/1995) confermando per il drappo il “troncato di bianco e di giallo”. in pratica il precedente decreto citava “leone illeopardito”, senza scacchi.
Durante la pandemia da Covid-19, l’amministrazione comunale ha finanziato un progetto innovativo, attento ai bisogni dei cittadini. Si è attivato il servizio dello “Psicologo di Base”, avviato proprio nel periodo più difficile della pandemia e tuttora attivo nell’ambulatorio centrale della Medicina di Gruppo Integrata.
Tutti abbiamo sperimentato le difficoltà che la pandemia ha portato con sé: i giorni di restrizioni, le paure, l’ansia che ci hanno segnato profondamente. In risposta a questo, è stato creato un progetto che ha offerto sostegno a chi sentiva il bisogno di parlare ed essere ascoltato. Il servizio fornisce una prima risposta al disagio psicologico, compresi ansia, attacchi di panico, problemi familiari e sostegno alla genitorialità.
La collaborazione tra la Cooperativa Sociale Il Portico e i medici del servizio di Medicina di Gruppo Integrata è stata fondamentale, unendo le risposte ai bisogni fisici e relazionali dei pazienti nello stesso ambulatorio, è stato possibile individuare rapidamente i disagi emotivi e migliorare l’assistenza grazie alla collaborazione tra professionisti, la creazione di questo progetto è stata la realizzazione di un percorso comune tra medici e psicologi che insieme hanno discusso casi clinici e cercato di capire come rispondere alla domanda di ascolto psicologico.
Nonostante la consapevolezza che un ascolto empatico volto ad accogliere vissuti problematici (relazionali, difficoltà legate al momento di vita) favorisca il processo di cura del paziente e la relazione con il medico, abbiamo avuto modo di osservare come alcuni pazienti eccedevano nella richiesta di ascolto.
Lo “Psicologo di Base” offre un adeguato supporto per comprendere l’origine del problema e affrontarlo con strategie adeguate. Da quando è stato avviato, il servizio ha ricevuto numerose richieste, dimostrando l’effettiva necessità di avere uno psicologo nel Distretto sanitario.
I colloqui sono svolti da esperti (iscritti all’albo regionale) nel disagio individuale, famigliare e di coppia.
L’amministrazione per le annualità dal 2020 ha investito sul servizio importanti risorse al fine garantire la presenza dello psicologo 200 ore annuali distribuite in 6 ore settimanali. Il singolo utente o la famiglia può usufruire di un supporto breve e focalizzato per un massimo dalle 3 alle 5 sedute gratuite, collaborando con i servizi del territorio per favorire l’invio di situazioni particolarmente complesse che richiedono interventi multiprofessionali.