Pinzolo
Trentino Alto Adige
C’è un lago dal fascino incantato, ideale per coloro che amano rilassarsi o fare escursioni nella natura del Trentino. Un gioiello di montagna circondato da boschi, con le maestose Dolomiti di Brenta sullo sfondo. Il lago Nambino è inserito in un paesaggio da favola.
Questo luogo affascinante non poteva che diventare una delle mete più amate da coloro che desiderano rilassarsi immersi nella natura, fare escursioni suggestive, pescare e godere di panorami mozzafiato tra le montagne del Trentino-Alto Adige. Il lago Nambino si trova a pochi chilometri da Madonna di Campiglio, a un’altitudine di 1718 metri, in un luogo in cui le auto e le piste da sci non possono arrivare. Salire fin lassù è come entrare in un sogno.
Il paesaggio che si apre davanti ai nostri occhi è reso ancora più romantico dalla presenza del grazioso Rifugio che si affaccia sul tranquillo lago di origine glaciale, da cui si possono ammirare le affilate cime delle Dolomiti di Brenta. La storia del Lago Nambino è avvolta in una serie di affascinanti leggende tramandate di generazione in generazione. Secondo la leggenda più popolare, il lago sarebbe stato creato dalle lacrime di un antico spirito di montagna, disperato per un amore impossibile. Questa storia conferisce al lago un’aura di tristezza e romanticismo, che si riflette nelle acque cristalline e nei panorami mozzafiato circostanti. L’area intorno al Lago Nambino è ricca di flora e fauna uniche. I visitatori possono avvistare una varietà di specie vegetali e animali, come camosci, marmotte e una miriade di fiori alpini colorati. Questa biodiversità rende ogni passeggiata un’opportunità di scoperta. Il Lago Nambino offre anche spazi tranquilli per il relax e la riflessione. Sedersi sulle sue rive e contemplare la bellezza circostante è un’esperienza che ricarica lo spirito e connette le persone con la natura.
Con le sue leggende affascinanti, paesaggi mozzafiato e opportunità di avventura, offre un’esperienza unica che nutre l’anima.
Il B06 è un sentiero di montagna pianeggiante di circa 1,8 km, iscritto nell’elenco dei tracciati alpini, di cui alla legge provinciale n. 08/1993, collocato a 1718 metri di altitudine, poco sopra l’abitato di Madonna di Campiglio (TN), collega Malga Patascoss al lago di Nambino: tranquillo specchio d’acqua circondato dai boschi, con un ampio rifugio che accoglie gli escursionisti e i numerosi turisti, costituendo uno degli angoli più suggestivi del Trentino.
Il lago magnificamente incorniciato dalle Dolomiti di Brenta è il punto di partenza per molte escursioni come il giro dei 5 laghi: lago Ritorto, lago Lambin, lago Serodoli, lago Gelato e quindi lago Nambino.
Il sentiero, conosciuto fino dagli anni ‘60, si presentava come il classico tracciato di montagna, poco manutentato e per questo poco frequentato, preferendo incamminarsi in un percorso alternativo.
L’originario tracciato aveva un fondo sconnesso e risultava quindi difficilmente percorribile dalle persone con difficoltà motorie o famiglie con carrozzine o passeggini. L’idea di rendere accessibile il sentiero B06 anche alle persone con disabilità nasce dalla sensibilità di varie realtà, tra cui l’associazione “Amici dei sentieri di Campiglio”, l’Amministrazione Comunale di Pinzolo, il Parco Adamello Brenta, la Provincia Autonoma di Trento e l’Anffas Trentino Onlus che ha anche collaborato all’ideazione e alla fase di progettazione preliminare.
Il progetto è stato curato nel riproporre l’originario percorso con un’opera meticolosa di livellamento e di sistemazione, senza snaturare l’ambiente naturale.
Il progetto non ha previsto alcun intervento di modernizzazione ma soltanto un ripristino del tracciato mantenendo l’originale sviluppo contenuto, con le naturali pendenze limitate. Particolare cura nella realizzazione è stata dedicata all’uso dei materiali in particolare legno e pietra. Sono stati realizzati piccoli ponticelli in legno per superare le parti più scoscese del sentiero stesso.
Le principali difficoltà riscontrate dai tecnici nel pianificare lo “sbarrieramento” sono state: l’affioramento in alcuni punti di roccia tonalitica che, riduceva la larghezza del sentiero a poche decine di centimetri; il fondo irregolare per la presenza di numerose pietre provenienti da vecchi crolli rocciosi e per l’affioramento di radici di alberi; l’erosione provocata dalle piogge e dalle acque di scorrimento, ma anche quella prodotta dal passaggio di tanti escursionisti.