Positano
Campania
Il Comune di Positano conta circa 4000 abitanti, si estende su un territorio che va dal mare alla montagna, dalla zona centrale fino alle due frazioni alte di Montepertuso e Nocelle; famosa in tutto il mondo come città verticale, appunto per la sua particolare conformazione morfologica, le case sono arroccate su speroni di roccia che degradano dolcemente verso il mare. Le tipiche scale, alcune anche molto ripide e lunghe, consentono però di raggiungere facilmente i vari quartieri del paese. L’architettura delle case è influenzata dalla cultura araba, ritroviamo così le tipiche cupole, i colori predominanti sono il bianco ed i toni pastello, alternati con il rosso pompeiano ed il classico giallo positano. Molto tipiche sono inoltre le torri di guardia, che fungevano da protezione contro gli attacchi dei pirati.
Le sette spiagge, dalle più note a quelle accessibili solo dal mare, rendono il paese un luogo ideale per le vacanze estive.
La qualità dei servizi offerti è molto elevata, nei ristoranti locali si può gustare la cucina tipica della costiera amalfitana e della cucina napoletana.
Negli ultimi anni grande risonanza ha avuto il “Sentiero degli Dei”, la via dei monti lattari che era la principale strada di comunicazione e di scambio commerciale fra i vari paesi del comprensorio, oggi itinerario turistico percorso ogni giorno da tantissimi turisti. Altro luogo ricco di storia è l’isola Dei Galli, l’isola delle sirene di Ulisse, che si trova nelle acque antistanti Positano, dimora anche dei famosi ballerini Nureyev e Massine.
Positano era già nota nei tempi antichi, lo testimoniano i ritrovamenti archeologici preistorici rinvenuti nella “grotta della porta”, oltre che la famosa domus romana venuta alla luce nel centro del paese, a riprova del fatto che i romani già avevano eletto la costiera amalfitana come luogo di vacanza. Molto particolare è la chiesa dell’Assunta di Positano, all’interno della quale è conservata una particolare Madonna dalla pelle scura, nota come la “madonna nera”, dalla cui leggenda prende il nome il paese, al di sotto della chiesa si trovano gli ambienti della cripta medievale.
Il Comune di Positano nell’ottica di un turismo in grado di valorizzare le potenzialità del proprio territorio intende proseguire l’azione di recupero del suo ricco patrimonio culturale.
L’apertura nel 2018 degli spazi archeologici del complesso architettonico-monumentale del MAR ha rappresentato per il nostro territorio un evento culturale di eccezionale rilevanza.
La presenza di questa realtà museale determina un valore aggiunto oltre a rappresentare un momento di rinascita della comunità contribuisce ad incrementare e a diversificare in maniera decisiva l’offerta turistica.
L’interesse scientifico di proseguire lo scavo archeologico nasce dalla sinergia di interessi culturali che hanno sempre contraddistinto il rapporto istituzionale della Soprintendenza di SA/AV, l’ICR di Roma e il Comune di Positano con l’amministrazione comunale del Sindaco Michele De Lucia prima e a seguire con il Sindaco Giuseppe Guida.
Grazie alla ferma volontà istituzionale di sigillare all’interno degli spazi ipogei medievali dell’antico monastero benedettino di S. Maria Assunta e quanto è emerso dagli scavi archeologici, oggi si può disporre di un’area museale in cui il visitatore può ammirare il palinsesto costruttivo che per una profondità di oltre dieci metri ci conduce ad apprezzare un imponente brano della sala da pranzo del I sec. d.C. con superfici affrescate per un’altezza di 5mt.
Un museo articolato in due spazi ipogei dove la storia dei tempi trascorsi ha sempre lasciato la traccia sulle strutture che oggi la raccontano con percorsi espositivi di straordinari materiali archeologici. A breve con il completamento di una seconda area di scavo il Museo MAR potrà disporre di un ampliamento considerevole dell’area archeologica che potrà permettere di comprendere meglio la città antica.
La realtà di un museo sul territorio di Positano rappresenta il segno indelebile per il riconoscimento di una storia che non poteva restare solo nei ricordi di ritrovamenti o di frammenti variamente collocati nel contesto urbano.
Un approccio responsabile e indispensabile per garantire la conservazione di un “luogo sacro per la memoria” di un popolo che nel suo Museo ha ritrovato l’identità della sua storia che potrà trasmettere alle generazioni future.