Castel San Pietro Romano
Castel San Pietro Romano, ridente paese che sorge sul Monte Ginestro a mt. 763 s.l.m., dista da Roma km. 43, ha circa 900 abitanti e si colloca nell’ambito di un territorio molto vasto che confina anche con la Capitale; l’agglomerato storico mostra la struttura urbano-medievale del Borgo. Il paesino di Castel S. Pietro Romano deve il suo nome all’Apostolo Pietro che, secondo la leggenda, salì su questo monte per predicare il cristianesimo in contrapposizione al culto della Dea Fortuna Primigenia venerata nel sottostante santuario pagano. Secondo la tradizione locale fu lo stesso Costantino, primo imperatore cristiano, a denominarlo “Castrum Sancti Petri”. L’epoca feudale alla fine del 1200 vide i Colonna protagonisti della storia locale. Nel Medio Evo vi soggiornò a lungo, come prigioniero, anche Jacopone da Todi, che a Castel S. Pietro compose alcune tra le sue opere più belle, compreso il famoso “Stabat Mater”. Data l’altezza e la sua posizione geografica, da Castel San Pietro Romano si gode un panorama immenso e multiforme grazie alla molteplicità delle sue circostanze paesaggistiche: a Nord il Monte Guadagnolo, a Est la valle del Sacco, a Sud i Lepini ed il mare di Fiumicino e Roma. Il paese oggi si presenta ancora integro con la sua pavimentazione di sanpietrini di pietra locale, con le sue caratteristiche viuzze e piazzette che fecero innamorare, negli anni cinquanta, Vittorio De Sica che scelse Castel San Pietro Romano per alcuni tra i suoi film più importanti: “Pane, amore e fantasia” (1953) e “Pane, amore e gelosia” (1954) con V. De Sica e G. Lollobrigida; “I due marescialli” (1961) con Totò e De Sica. Sempre qui fu girato il film con Ugo Tognazzi “Il Federale” ed altri importanti film del neorealismo italiano.
Nell’ultimo quinquennio, l’Amministrazione Comunale, rispondendo al bando della Regione Lazio per il recupero ed il risanamento delle facciate dei centri storici, ha totalmente restaurato tutte le facciate del Borgo storico del paese. In particolare quelle di piazza San Pietro, set cinematografico degli anni’ 50 di numerosi film del neorealismo italiano. Il recupero più importante è stato sicuramente quello di Palazzo Mocci, edificio settecentesco progettato dall’Architetto Nicola Michetti su commissione di Cesare Stefano Mocci. È stata totalmente recuperata via Vittorio veneto, oggi finalmente pedonale grazie alla costruzione di un marciapiede che culmina sul punto di osservazione del belvedere e di un parco giochi con un’area dedicata ai bambini. Sono stati recuperati numerosi angoli del Borgo storico da tempo dismessi e trascurati: il Chiostro della cisterna dei benedettini; un vecchio giardino che oggi è dedicato al principe della Risata Antonio De Curtis in arte Totò; il percorso sottostante la Rocca dei colonna. Il cambiamento più importante è dovuto all’avvio, nell’ottobre 2015, della raccolta differenziata porta a porta: sono stati rimossi tutti i cassonetti stradali e sostituiti i cestini di arredo urbano con dei nuovi contenitori che sulla parte superiore hanno un posacenere. Altro importante intervento è stato quello dell’istallazione della nuova segnaletica turistica , con l’indicazione dei monumenti e della mappatura dei luoghi nei quali vennero girati i film. Nel luglio 2016, alla presenza del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti è stato inaugurato il Museo Diffuso di Castel San Pietro Romano che rappresenta una perfetta sintesi fra archeologia, arte, natura e storia. Il Consiglio Comunale ha candidato all’unanimità Castel San Pietro Romano tra i Borghi più Belli d’Italia.