Montagnareale
Di Montagnareale non c’è archivio in cui non si riesca a trovare documento, magari ingiallito dal tempo, che non parli di questo paese della costa settentrionale della Sicilia, di circa 2000 anime, collocato in una amena posizione collinare, appena a 4 km dalla vicina Patti. I primi insediamenti abitativi nel territorio della Montagna, risalgono al periodo greco. La nascita del paese si ebbe però quando un certo Ambrogio Scrivani ne acquistò il territorio e prese il nome di Casale della Montagna ed era alle dipendenze di Patti. Successivamente la prosperità raggiunta grazie alla zootecnia, alla coltivazione di fichi e castagne, ciliegie e alla fiorente industria della seta e del lino, spinse gli abitanti, che già mal tolleravano il dominio pattese, a separarsi da Patti, grazie all’aiuto di Don Ascanio Ansalone, il quale pagò un riscatto di 4000 ducati, ottenendo così, intorno al 1636, l’emancipazione e il nome di Montagna Regia o Reale.
Gli abitanti di Montagnareale godettero, nei secoli scorsi, di una certa agiatezza. La popolazione, costituita in gran parte da contadini, disponeva di terre ubertose in cui si produ-cevano frutti di ogni genere, frumento, olio, seta e lino.
Oggi il territorio, ricco di boschi, si presta alla coltivazione di castagne, ciliegie, ulivi, nocciole e agrumi.
Nel corso degli anni Montagnareale è diventata meta di frequenti visitatori, grazie soprattutto al particolare interesse che l’Amministrazione comunale ha rivolto verso questo settore e che ha portato sia alla valorizzazione del patrimonio artistico, attraverso un’oculata gestione e manutenzione dello stesso, sia attraverso una fruizione appropriata dei beni disponibili. Importante polo di attrazione turistica è senza dubbio il Mulino di Capo. Situato poco di-stante dal centro abitato, è, insieme al Mulino di Don Puzzo recentemente restaurato grazie ad un finanziamento dell’Assessorato ai Beni Culturali, ancora perfettamente ben conservato dei nove mulini ad acqua, i cui resti sono stati individuati lungo la vallata del torrente Montagnareale. La sua origine risale pro-babilmente alla fine del 1600, fu acquistato dal Comune, il quale intorno al 1989 provvide al recupero e al restauro sotto la guida della Soprintendenza con il contributo dell’Assessorato Regionale Beni Culturali.
Da qualche anno l’Amministrazione comunale è riuscita a far rivivere il mulino, mettendolo in condizioni di produrre, a titolo dimostrativo, quella farina che per tanti anni fu utilizzata dalle massaie per fare il pane e i prodotti che con essa si ricavano. Così il Mulino è diventato meta di frequenti visite da parte di scolaresche, oltre che di turisti attratti anche dai vari appuntamenti gastronomici, quali la sagra dei maccheroni e “u pani cunzatu”.
Se si vuole assistere ad un rito singolare, che sopravvive ancora oggi nella tradizione religiosa locale, Montagnareale deve essere visitata il 15 agosto, in occasione della festa in onore della Madonna delle Grazie, o meglio la “festa dei flagellanti”. È infatti in questa occasione che questo luogo, solitamente così silenzioso, si popola e si vivacizza per assistere alla Processione della pesante statua della Madonna, che viene portata, sulle spalle, per le vie del paese da uomini scalzi e vestiti di bianco. La valorizzazione dell’ambiente naturale e dei luoghi di interesse paesaggistico non può essere disgiunta dalla promozione di prodotti artigianali (lavorazione del legno) e agro-alimentari locali, attraverso l’allestimento di mostre, fiere e sagre (sagra della castagna, festa della ciliegia, dei maccheroni e degustazione di polpette e cannoli).