Novafeltria
Novafeltria, denominata Mercatino Marecchia fino al 1941, nasce come Comune nel marzo 1907 staccandosi dal Comune di Talamello. Distesa lungo il fiume Marecchia, per la sua comoda posizione venne scelta in età moderna quale sede privilegiata di incontri per lo scambio ed il commercio.
Il nucleo più antico del paese risale al IX sec. con la Pieve di S. Pietro in Cultu edificata, come le altre Pievi della valle, durante il processo di evangelizzazione del Montefeltro. L’elegante piazza Vittorio Emanuele, riserva un gioiello romanico: l’Oratorio di Santa Marina (1191) di struttura romanica, ma con elementi aggiunti in epoche successive.
Novafeltria fu feudo dei Conti Segni di Bologna che nel 1660 vi edificarono una sontuosa villa, oggi Palazzo Comunale. Al piano terra del Palazzo, nel grazioso Caffè Grand’Italia che conserva ancora gli arredi originali, esplode l’armonia dello stile Art Déco che si ritrova anche nel Teatro Sociale, inaugurato nel 1925. Percorrendo il lungofiume si trova la testimonianza dell’antica attività molitoria con la presenza di diversi mulini storici per la macinazione dei cereali e la produzione di energia elettrica e polvere pirica. Di interesse tutto il territorio comunale con le sue frazioni meritevoli di visita. Prima fra tutte Perticara, che immersa tra le pinete, è stata centro minerario di rilevanza nazionale. Qui il museo Sulphur mantiene viva la memoria di questo passato.
L’ultimo carrello di zolfo fu estratto dalla miniera di Perticara nell’aprile del 1964: nel 1970, appena sei anni dopo la cessazione dell’attività estrattiva, è nato Sulphur, il Museo Storico Minerario, uno dei primi significativi esempi di archeologia industriale in Italia. Il prezioso restauro dell’ex Cantiere Solfureo Certino, con la centrale elettrica, la sala compressori, la lampisteria (il locale dove si conservavano le lampade e le materie infiammabili) e le officine ha dato origine ad un percorso museale originale ed affascinante, simboleggiato dall’imponente pozzo Vittoria, che approfondisce i temi della mineralogia e della geologia, dedicando grande attenzione ai secoli di attività della miniera di Perticara.
Il Museo Sulphur si propone come fondamentale strumento per la diffusione della cultura mineraria e della ricostruzione storica dell’antica attività delle miniere, che durante la rivoluzione industriale ha spinto l’economia rurale verso un nuovo tessuto economico e una nuova concezione e organizzazione del lavoro attraverso produzioni costanti e sistematiche. Le miniere sono un tassello fondamentale della nostra storia e della nostra cultura rappresentando, un elemento che ci accomuna con il passato storico di altri Paesi europei.
Il fascino del mistero e del sottosuolo, la riscoperta del patrimonio e il desiderio di ritrovare il luogo perduto della miniera nascosta sotto il paese di Perticara e repentinamente sigillata nel 1964, ha portato, negli anni Ottanta, alla riapertura della discenderia Fanante. Questo ha permesso di organizzare indagini speleologiche mirate al monitoraggio del sottosuolo, allo scopo di conoscere lo stato di stabilità della miniera in vista di una sua riapertura a scopo turistico e scientifico. La pericolosità causata dai diffusi crolli e dalla mancanza di areazione che provoca bassi tenori di ossigeno e notevoli quantità di gas tossici, ha limitato le indagini a pochi metri di galleria: la riapertura della miniera rimane ancora un desiderio lontano, ma la ricerca di nuovi mezzi per la messa in sicurezza del sottosuolo continua.