Santo Stefano di Sessanio
Santo Stefano di Sessanio è un piccolo borgo medievale situato all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Adagiato sulla cima di una collina, il borgo occupa una posizione suggestiva che regala panorami meravigliosi offerti dalle cime del Sirente e della Maiella a sud e dal maestoso altopiano di Campo Imperatore a Nord. Le prime notizie documentate relative al territorio di Santo Stefano si hanno nel 760 con la donazione di Carapelle al monastero di S. Vincenzo al Volturno da parte del re longobardo Desiderio.
Santo Stefano cominciò ad assumere l’attuale assetto urbanistico nel periodo compreso tra i secoli XIII e XIV, mentre il completamento si è compiuto in età rinascimentale e barocca. Il nucleo originario del borgo era costituito dalla Torre circolare, struttura militare posta sulla sommità dell’altura e situata all’interno di un ristretto perimetro murario. Nel XXI secolo, l’antico borgo assiste ad una rinascita, grazie al turismo, incentivato dalla politica dei sindaci che si sono susseguiti, dalla volontà dei pochi giovani rimasti e dagli investimenti dei privati, affiancati dai fondi stanziati dall’Unione Europea volti alla riqualificazione turistica dei piccoli borghi montani. Il borgo spopolato a causa della massiccia emigrazione, diventa luogo di sperimentazione di un grande modello di sviluppo ecosostenibile. La ristrutturazione assolutamente conservativa di edifici storici adibiti alla ricettività turistica ha reso il borgo, in grado di offrire oltre 300 posti letto, centro di un crescente interesse turistico, culturale e naturalistico.
Attualmente Santo Stefano è stabilmente abitato da 110 residenti, ha un proprio consiglio comunale impegnato attivamente in un continuo rilancio sociale, economico e culturale del borgo e nell’affermare la forte volontà di far conoscere sia a livello nazionale che internazionale una realtà tanto piccola quanto unica nel suo essere. Il terremoto del 6 aprile del 2009 ha investito una vasta area dell’Abruzzo, provocando numerose vittime ed ingenti danni alle strutture edilizie. I danni maggiori si sono avuti a carico di edifici ecclesiastici e pubblici, tra i quali la Torre Medicea, crollata per più dei ¾ del proprio volume e l’antica casa signorile denominata “Casa del Capitano”. Nell’immediato dopo sisma è stata intrapresa una operazione di messa in sicurezza degli edifici pericolanti al fine di conservare quanto più possibile i volumi architettonici degli edifici e salvaguardare gli elementi di decorativi e caratterizzanti del tessuto storico e consentire una più agevole fase di rilievo e progettazione dell’intervento di recupero. L’amministrazione comunale ha predisposto un programma pluriennale di interventi di ricostruzione pubblica con il relativo piano finanziario delle risorse necessarie, volto non solo alla ricostruzione degli edifici danneggiati o crollati ma anche alla riparazione e al ripristino degli spazi pubblici la cui pavimentazione ed il cui arredo urbano concorrono fortemente alla definizione dei caratteri storici del tessuto urbano. Attenzione peculiare viene riservata alla ricostruzione della Torre Medicea che ha sempre dominato il profilo urbano del paese emergendo maestosa dal cuore del borgo. Nell’immediato dopo sisma, la ricostruzione della Torre Medicea ad opera del Corpo dei Vigili del Fuoco è stata interpretata dalla cittadinanza come un dono inestimabile che certamente ha contribuito a mantenere il carattere identitario del Comune. La storia della Torre Medicea è di fatto quella del borgo, pertanto ripartire dall’edificio che ha segnato la genesi fondativa e che più rappresenta il borgo in termini simbolici ed iconografici, è di primaria importanza.