Celle di San Vito
Puglia
L’origine del comune di Celle di San Vito pare risalire al momento in cui Re Carlo I d’Angiò sui Monti Dauni, nell’Antica fortezza Crepacordis, situata sull’antica Via Traiana (oggi Via Francigena del Sud), schierò i suoi soldati francesi per sgominare i soldati saraceni asserragliati a Lucera. Vinta la battaglia, nel 1274, il Re concesse ai suoi soldati di richiamare le proprie famiglie e stanziarsi in loco. A causa della pericolosità del luogo (brigantaggio e condizioni climatiche avverse), le famiglie si trasferirono presso le cellette dei monaci alle pendici di Monte San Vito. Qui dieci famiglie gettarono le radici di Celle di San Vito e della lingua francoprovenzale. Dalle celle monacali e dal piccolo Santuario dedicato a San Vito, posto presso il vicino monte San Vito a 1050 metri d’altezza, il paese prende il nome di Celle di San Vito, con Regio Decreto del 26.10.1862 del Re d’Italia Vittorio Emanuele Il.
A 50 chilometri dal capoluogo e circa 15 dalle belle cittadine di Troia e Biccari, Celle di San Vito è il più piccolo comune della provincia, con meno di duecento abitanti, Il borgo sorge tra i contrafforti dei monti della Daunia arroccato su un colle a 726 m s.l.m., in posizione dominante sull’alta valle del Celone. Il territorio comunale si estende a nord fino alle pendici del monte Cornacchia, la vetta più alta della Puglia, mentre a sud raggiunge l’antico tratturello Camporeale-Foggia, la via Traiana di epoca romana e la medievale via Francigena, spingendosi fino al torrente Sannoro, affluente del Cervaro.
Colpiscono le vastità boschive e le sorgenti. Dai suoi punti panoramici si ammira il Tavoliere, il mare Adriatico e il golfo di Manfredonia.
A Celle di San Vito è possibile visitare il Museo Etnografico francoprovenzale con la sua raccolta di attrezzi della civiltà contadina ed artigianale; la Porta dei Provenzali, suggestiva porta cittadina; la Croce Francoprovenzale e la Chiesa di Santa Caterina. Anche le bellezze della pietra, come la Chiesetta di San Vito e l’antica fontana, meritano attenzione e vale la pena perdere l’orientamento tra gli inestricabili vicoletti dove all’orecchio giunge una parlata dalla cadenza provenzale. Il territorio è attraversato dal sentiero Frassati e dell’antica via Traiana-Egnathia (oggi Via Francigena del Sud) vicino la Taverna di San Vito, crocevia di pellegrini e luogo di sosta e di ristoro per il cambio dei cavalli, e il Santuario di San Vito, di interesse storico-artistico.